L’editoria tra crisi e violenze ai cronisti

giovedì 14 dicembre 2017


Ogni investimento pubblicitario in più su carta stampata dà diritto ad un credito d’imposta fino al 75 per cento dei costi sostenuti. La federazione italiana editori giornali (Fieg) ha lanciato una campagna volta a sensibilizzare l’utilizzo degli strumenti previsti dall’articolo 4, comma 1, del disegno di legge n. 148 del 16 ottobre 2017.

Di che si tratta? Secondo gli editori oggi se qualcuno investe almeno l’1 per cento in più rispetto all’anno precedente può godere di un credito d’imposta fino alo 75 per cento sul costo degli investimenti incrementati. Una percentuale che sale fino al 90 per cento per le piccole e medie imprese e le start-up. Si può utilizzare anche per saldare i contributi erariali e quelli relativi all’Inps. Non tutto è semplice e facile. Il presidente degli editori, Maurizio Costa, dopo l’incontro con il ministro con delega per l’informazione Luca Lotti ha osservato che “restano aperti i nodi della tutela dei contenuti, della trasparenza del mercato pubblicitario, della funzionalità della rete delle edicole” pur apprezzando l’attenzione dimostrata dal governo durante la crisi.

Per le principali aziende editrici di quotidiani, periodici, agenzie di stampa sono stati anni appesantiti dal calo degli introiti della pubblicità a causa della crisi economica generale. Ne hanno risentito anche i lavoratori del settore con tagli sia d’organici che di retribuzioni.

Nell’ultimo mese si sono verificate gravi violenze nei confronti di cronisti che stavano svolgendo il loro lavoro. Blitz il 6 dicembre di un gruppo di militanti di “Forza Nuova” con il volto coperto contro “Repubblica e l’Espresso” che, entrato nel cortile, ha lanciato fumogeni e letta “una dichiarazione di guerra” contro le redazioni del quotidiano e del settimanale, esponendo un cartello “Boicotta l’Espresso, la Repubblica”. La Digos ha fermato e denunciato una decina di militanti per violenza privata. Violenze via web a Milano contro una collaborazione del settimanale.

A Ostia l’8 novembre scorso il giornalista della trasmissione “Nemo” di Rai 2, Daniele Piervincenzi, è stato colpito con una testata, poi con un randello mentre tentava di intervistare Roberto Spada, fratello di Carmine ritenuto capo dell’omonimo clan del municipio romano dove si sono tenute le elezioni per il presidente. Picchiato anche l’operatore Edoardo Anselmi che lo stava filmando. I due aggressori sono reclusi nel carcere di massima sicurezza di Tolmezzo.

Spari contro l’inviato di “Striscia la Notizia” di Canale 5, Vittorio Brumotti, e il suo operatore mentre girava un servizio sulle dinamiche dello spaccio di droga nel quartiere romano di San Basilio. Nelle immagini trasmesse dalla trasmissione si vedono con chiarezza le sentinelle e l’aggressore che, con un berretto di lana calato sul volto, si avvicina al furgone di ripresa lanciando un mattone. Tra hashish, marijuana, cocaina ed eroina San Basilio passa per essere una delle principali piazze dello spaccio, rivaleggiando con Tor Bella Monaca.

Sono 16 anni, invece, che sono stati uccisi in Afghanistan, con un atto compiuto con ferocia, violenza e barbarie, l’inviata del Corriere della Sera Maria Grazia Cutuli e altri tre reporter. La Corte di Assise di Roma ha maggiorato a 24 anni di reclusione le condanne a due afghani riconosciuti colpevoli dell’attentato. Sassi a Gerusalemme contro il corrispondente Rai, Piero Marrazzo. Presi, infine, due fratelli e un terzo componente di una banda criminale specializzata in traffici illeciti nel Mediterraneo per aver azionato dal mare una bomba che ha fatto saltare la macchina e ucciso il 16 ottobre la maltese Daphne Caruana Galizia, una giornalista nota per le sue inchieste sulla corruzione.


di Sergio Menicucci