Treno deraglia alle porte di Milano: morte tre donne, cinquanta i feriti

È stata sequestrata la scatola nera del treno di Trenord deragliato ieri mattina alle 6.57 a Seggiano di Pioltello, alle porte di Milano. Nella tragedia sono morte 3 donne, ci sono almeno 46 feriti di cui 5 in codice rosso, ma non in pericolo di vita.

Il treno era partito da Cremona diretto a Milano Porta Garibaldi con a bordo 350 persone, in gran parte pendolari. Sequestrati anche i vagoni, l’intera area del deragliamento, i documenti su manutenzione e i lavori in quel tratto di binari. I pm hanno chiesto una superconsulenza a due esperti ingegneri che si sono anche già occupati di disastri ferroviari. Per svolgere tutti gli accertamenti, saranno iscritti nel registro degli indagati, come atto dovuto, i responsabili legali e della sicurezza di Rete Ferroviaria Italiana e, forse, anche alcuni responsabili di Trenord.

Al momento il fascicolo è a carico di ignoti per disastro ferroviario colposo. Il video di una telecamera di sorveglianza mostrerebbe che il treno, quando parte dei vagoni erano già fuori dai binari, ha anche attraversato la stazione di Pioltello lasciando una scia di scintille. Nelle immagini anche un uomo sulla banchina che si allontana spaventato. Secondo le prime ricostruzioni, la causa della tragedia sarebbe il “cedimento strutturale” di un pezzo di binario di 23 centimetri trovato e sequestrato vicino alla rotaia, un chilometro prima della stazione di Pioltello. In quel punto, 3 carrozze sono uscite dai binari, ma il convoglio ha continuato la marcia finché uno dei vagoni fuori asse ha colpito un palo della trazione elettrica e si è accartocciato. La ricostruzione corrisponde alla scena vista dai primi soccorritori, con le carrozze centrali del convoglio deragliate e intraversate a un angolo di circa 90 gradi l’una dall’altra. All’interno sono rimaste intrappolate a lungo molte persone, poi liberate dai soccorritori, mentre una spola di ambulanze e elicotteri trasportavano in ospedale i feriti.

Le tre donne rimaste uccise tra le lamiere sono Pierangela Tadini, 51enne originaria di Caravaggio ma residente a Vanzago (Milano), viaggiava con la figlia Lucrezia di 18 anni, che si è salvata ma è rimasta ferita; Ida Maddalena Milanesi, 62 anni, anche lei di Caravaggio, medico, specializzata in radiologia, neurologia e neurologia oncologica, dirigente dello staff di radioterapia dell’Istituto Neurologico Besta di Milano; e Giuseppina Pirri, 39 anni, di Cernusco sul Naviglio. Al momento dello schianto, Giuseppina era al cellulare con la madre. “Mamma aiuto, il treno sta deragliando…”, ha fatto in tempo a dire. “Poi è caduta la linea e c’è stato solo silenzio”, racconta il padre, Pietro, in lacrime fuori dall’obitorio. “Mia moglie le ha detto scappa ma poi non ha sentito più niente. Sono andato là ed era ancora incastrata dentro al treno. Poi mi hanno detto che non ce l’ha fatta”, aggiunge ricordando che la figlia “si lamentava sempre perché i treni erano spesso rotti e sempre pieni”.

Poco più di 6 mesi fa, il 23 luglio, un altro treno di Trenord era parzialmente uscito dai binari proprio a Pioltello, senza però provocare feriti. I racconti dei testimoni avvalorano l’ipotesi del cedimento della rotaia: “All’improvviso il treno ha iniziato a tremare, poi si è sentito un boato e le carrozze sono uscite dai binari”. Un ferito ha detto di aver “sentito il treno vibrare, poi è avvenuto l’impatto”. “C’è stato un gran botto, poi uno stridere fortissimo che sembrava non finire mai, e tutti hanno iniziato a urlare”. “Quando ho sentito che il treno vibrava tanto, ho azionato subito il freno ma era già troppo tardi, era già fuori dai binari”, si dispera il macchinista con gli investigatori. “Accertare le responsabilità” ed essere “severi nel garantire la sicurezza”, ha chiesto il premier Paolo Gentiloni. E in prefettura a Milano si è svolto un vertice con il ministro delle Infrastrutture Delrio che prima ha fatto un sopralluogo a Pioltello con il capo della protezione civile Angelo Borrelli. “Il sistema ferroviario italiano è certamente uno dei più sicuri al mondo ma vogliamo la verità, la si accerti rapidamente, perché è inaccettabile morire mentre si va al lavoro”, ha detto alla fine Delrio che ha attivato una commissione d’inchiesta del ministero, mentre scoppia la polemica sulla investimenti e sicurezza sulla rete ferroviaria. “Posso garantire che gli investimenti in sicurezza sono aumentati del 340 per cento negli ultimi tre anni. È la nostra priorità in particolar modo nelle reti dei pendolari”, afferma Delrio, secondo il quale la linea Cremona-Milano è tra le più monitorate. Tutt’altra l’opinione di Legambiente Lombardia: “La linea Cremona-Milano è stata segnalata come una delle peggiori della Regione, con oltre 10mila pendolari giornalieri, su treni lenti e sovraffollati dall’età media di 17 anni”. Ancora più duro il monito di monsignor Nunzio Galantino, segretario della Cei: “Quando si risparmia sulla sicurezza, si risparmia sulla vita delle persone. E il risultato è sotto gli occhi di tutti”.

Aggiornato il 26 gennaio 2018 alle ore 12:25