Per il Papa, l’eutanasia non è una scelta di “civiltà”

L’eutanasia non è una scelta di “civiltà”. Parola di Papa Francesco. Il pontefice si rivolge alla Congregazione per la dottrina della fede, sostenendo che la vita umana abbia una “dignità intangibile”. Bergoglio smentisce indirettamente le presunte “aperture” all’eutanasia. In buona sostanza, su questi temi, Francesco condivide le posizioni di Benedetto XVI.

Secondo il Papa, “il processo di secolarizzazione, assolutizzando i concetti di autodeterminazione e di autonomia, ha comportato in molti Paesi una crescita della richiesta di eutanasia come affermazione ideologica della volontà di potenza dell’uomo sulla vita. Ciò ha portato anche a considerare la volontaria interruzione dell’esistenza umana come una scelta di civiltà. È chiaro che laddove la vita vale non per la sua dignità, ma per la sua efficienza e per la sua produttività, tutto ciò diventa possibile. In questo scenario occorre ribadire che la vita umana, dal concepimento fino alla sua fine naturale, possiede una dignità che la rende intangibile”.

Per il Papa, “la nostra società fatica ad accettare l’idea del dolore e della sofferenza”. Per queste ragioni, la Chiesa “deve sapere creare una speranza affidabile che aiuti ad affrontare anche la morte”.

In realtà, il pontefice ha già espresso questi concetti. Nel novembre scorso, ad esempio, nel messaggio alla Pontificia Accademia per la vita, ha sostenuto che “gli interventi sul corpo umano diventano sempre più efficaci, ma non sempre sono risolutivi: possono sostenere funzioni biologiche divenute insufficienti o, addirittura, sostituirle, ma questo non equivale a promuovere la salute”.

In quella circostanza, Francesco ha parlato della necessità di possedere un “supplemento di saggezza. Perché oggi è più insidiosa la tentazione di insistere con trattamenti che producono potenti effetti sul corpo, ma talora non giovano al bene integrale della persona”.

Aggiornato il 07 marzo 2018 alle ore 11:43