Le assoluzioni a metà della malagiustizia

A volte anche essere assolti da un’accusa infamante come quella di aver violentato alcuni transessuali non serve a nulla.

Ne sa qualcosa l’ispettore capo della polizia di Stato Mauro Tavelli, 50 anni, assolto dopo quasi tre anni di carcere preventivo e altri tre passati agli arresti domiciliari dalla pesante accusa mossagli da alcuni transessuali residenti nel Cie (Centro identificazione ed espulsione) della zona in cui lavorava – la Questura di Lecco – cioè di averli violentati e ricattati sessualmente. La beffa è arrivata alla fine del tortuoso iter giudiziario: dopo aver chiesto il reintegro in servizio, Tavelli si è visto respingere l’istanza dal Consiglio di Stato. Che ha preso atto dell’assoluzione piena e dell’insussistenza del fatto d’accusa, ma ha al contempo confermato la destituzione dal corpo di polizia.

È come se il procedimento disciplinare e quello penale avessero marciato su due piani separati e anche su due realtà parallele. Tanto che nella motivazione della mancata riammissione in servizio si fa riferimento alla gravità delle accuse da cui però il poliziotto era stato scagionato. La paradossale vicenda, che avrà sicuramente ulteriori strascichi polemici, è stata resa nota ai media locali dall’avvocato Fabrizio Consoloni che ha rappresentato l’ex ispettore Tavelli tanto in Cassazione quanto davanti al Consiglio di Stato. Consoloni, in particolare, ha dichiarato che “c’è da chiedersi il motivo per cui il mio assistito abbia subito la più grave delle sanzioni disciplinari che può subire un poliziotto, mentre in altri casi, vedi quello per la morte di Federico Aldrovandi a Ferrara, in cui ci sono state per tre agenti pesanti condanne penali, non si sia invece arrivati alla destituzione”.

La risposta purtroppo è semplice: nell’Italia a trazione grillino-leghista lo Stato di diritto ormai è come il superenalotto. A forza di dire “tutti in galera” e “buttate la chiave”, finisce che a rimetterci sono solamente gli innocenti e i calunniati.

Aggiornato il 14 marzo 2018 alle ore 08:14