“Fearless Girl” saluterà il “Charging Bull” del siciliano Arturo Di Modica

giovedì 19 aprile 2018


La statua della “Fearless Girl” sarà rimossa. La ragazzina senza paura che dall’8 marzo del 2017 “sfida” il celebre toro simbolo di Wall Street nel cuore di New York saluterà il “Charging Bull”. La statua della bambina era stata installata esattamente di fronte alla scultura del siciliano Arturo Di Modica che, dal 1987 è diventata l’immagine stessa del capitalismo rampante della Borsa americana. La “ragazzina” ha fatto la sua apparizione proprio nel giorno della festa della donna, poco più di un anno fa. L’autrice è la norvegese Kristen Visbal. Inizialmente la sua opera era stata salutata come la contrapposizione femminile all’universo di valori maschili, rappresentato dal toro. Comprensibilmente, l’installazione ha provocato una dura presa di posizione Di Modica, che ha sentito minacciata l’integrità stessa della sua opera d’arte. Lo scultore originario di Vittoria, in provincia di Ragusa, aveva minacciato di citare in giudizio il sindaco Bill de Blasio, la Borsa di New York e l’autrice dell’opera “rivale”.

Secondo Di Modica, “Fearless Girl” in realtà è un prodotto del mondo aziendale dominato dagli uomini che afferma di criticare. La statua è stata ideata dalla società finanziaria State Street Global Advisors e dalla società pubblicitaria McCann New York”. Dopo lunghi mesi di braccio di ferro, alla fine l’ha spuntata Di Modica. Finalmente, la decisione. La “Fearless Girl” non fronteggerà più il toro di Wall Street. Pare sia stato decisivo l’intervento del presidente della Bowling Green Association, Arthur Piccolo. “Io e molti altri – ha detto Piccolo – siamo felici che il sindaco de Blasio e State Street Global Advisors abbiano finalmente accettato la mia raccomandazione, fatta più di un anno fa, per quanto riguarda lo spostamento di “Fearless Girl”. Perché aspettare fino alla fine di quest’anno per trasferirla nella sua legittima casa? Spostiamola adesso. È ora di lasciare che “Charging Bull” e “Fearless Girl” sviluppino la propria individualità”.


di Ugo Elfer