LA CORTE DI CASSAZIONE COME IL VAR

Se non bastava il Var o la prova tv, adesso arriva anche la Cassazione civile a stabilire l’eventuale risarcibilità dei danni per falli da gioco scorretto di un calciatore contro un altro.

La sentenza, di pochi giorni orsono, riguarda un’amichevole tra dilettanti e il danno permanente ai legamenti subito da un giocatore per via dell’entrata in scivolata scorretta da dietro di un suo collega della squadra avversaria. Ebbene, la terza sezione civile della suprema corte lo scorso 10 maggio ha stabilito che in casi come questi il criterio per individuare in quali ipotesi il comportamento che ha provocato il danno sia esente da responsabilità sta nello “stretto collegamento funzionale tra gioco ed evento lesivo, collegamento che va escluso se l’atto sia stato compiuto allo scopo di ledere, ovvero con una violenza incompatibile con le caratteristiche concrete del gioco”.

Nella fattispecie il fallo è stato ritenuto funzionale alle esigenze di gioco (l’attaccante stava andando in porta e la palla veniva tolta da dietro) e si è affermato non esistere la prova di un’intenzione a far male deliberatamente all’avversario. Ergo, nessun risarcimento anche se oggi l’attaccante non solo non gioca più al calcio ma neanche cammina bene come prima.

 

 

Aggiornato il 17 maggio 2018 alle ore 17:52