Blu, nel nome della figlia

“Amore, che nome diamo a nostro figlio?”. È la domanda che ogni coppia formula quando sta per nascere il proprio bambino. Peccato che bisognerebbe chiedersi se il nome che abbiamo intenzione di dare al nascituro o alla nascitura sia di gradimento, non solo per noi, ma anche per lo Stato.

Due genitori si sono infatti visti recapitare una lettera dal Tribunale di Milano nella quale veniva contestata la decisione di aver chiamato la loro figlia Blu. O cambiano il nome oppure sarà un giudice a farlo al posto loro. E tutto questo a distanza di un anno e mezzo dalla nascita della bambina.

Il motivo? È stato tirato in causa l’articolo 35 del Dpr 396/2000 in base al quale “il nome imposto al bambino deve corrispondere al sesso”. Il nome Blu, secondo il Tribunale, “non può ritenersi attribuibile in modo inequivoco a persona di sesso femminile” e quindi “l’atto di nascita deve essere rettificato, anteponendo altro nome onomastico femminile che potrà essere indicato dai genitori nel corso del giudizio”.

Una pura idiozia che adesso vede i genitori dover decidere entro giovedì prossimo (giorno fissato per l’udienza davanti al giudice civile) il nuovo nome da dare alla propria bambina per evitare che sia appunto il giudice a assegnarlo autonomamente.

In un Paese normale nessuno si permetterebbe di mettere il becco su una scelta di questo genere che rimane, in tutto e per tutto, libera e individuale. Non è accettabile che esista una legge che interviene per sancire e mettere il timbro su quale sia il “nome giusto” da dare ai propri figli. Ma purtroppo, uscendo dai confini italiani, scopriamo di non essere i soli. Anche Francia, Germania, Danimarca, Islanda e altri paesi europei impongono delle limitazioni sui nomi che i genitori possono dare ai nascituri. Addirittura in Danimarca esiste un elenco di circa settemila nomi per bambini approvati dallo Stato. Se la scelta non rientra in quella rosa di nomi i genitori dovrebbero chiedere l'autorizzazione e sottoporre la loro scelta al Ministero degli Affari Ecclesiastici. Insomma il trionfo dello statalismo più becero e pericoloso.

Lo Stato si dovrebbe occupare di ben altre cose visto che almeno al nome dei nostri figli siamo in grado di pensarci da soli.

Aggiornato il 23 maggio 2018 alle ore 15:46