I nuovi “Esploratori urbani”

Si fanno chiamare “Urbexer” e sono i nuovi esploratori urbani. Li potete riconoscere perché sono armati di macchina fotografica e girano le città e le campagne in cerca di tesori nascosti. L’appellativo nasce dal fenomeno dell’Urban exploration, nato negli anni ‘90 in Francia per poi diffondersi a macchia d’olio in tutto il mondo grazie all’ingegnosità di Ninjalicious, artista canadese che ha ufficializzato il movimento creandone anche il motto: “Non fare altro che scattare foto, non lasciare altro che le impronte dei tuoi piedi”.

Ma cos’è esattamente l’explorazione urbana? Le città, e soprattutto le periferie, sono colme di edifici in disuso. Strutture che hanno conosciuto gli anni d’oro della produttività, ma che ora giacciono inermi e svuotate a causa dell’abbandono dell’essere umano. Questi luoghi, agli occhi degli Urbexer, diventano tesori da esplorare, ammirare e rivivere, rispettando però una regola vitale: non si tocca nulla e non si modifica nulla.

Si diventa come dei fantasmi, degli ospiti invisibili che viaggiano nel tempo. Lo scopo infatti è respirare l’atmosfera vintage di queste costruzioni, che possono essere ex caserme, manicomi ormai chiusi oppure semplicemente immobili abbandonati. 

Per capire cosa smuove gli animi degli urbexer, abbiamo parlato con Gabriele, 29 anni, curatore della pagina Urbex Roma, che ha iniziato questo hobby quattro anni fa insieme al padre: “Un buon urban explorer non si avventura mai da solo. Bisogna sempre muoversi in gruppo, scegliendo preferibilmente una persona più esperta come guida, perché sebbene il fascino dell’esplorazione sia forte, quello per la sicurezza deve essere primordiale. Parliamo infatti di strutture che cadono a pezzi, dove i pericoli sono tanti, dagli animali, agli oggetti pericolanti passando dagli “abitanti momentanei” come i clochards che trovano riparo in questi luoghi dimenticati dalla civiltà”.

Altra regola importante da rispettare è quella di avventurarsi in posti dove l’accesso è facile; è vietato infatti sfondare porte o spaccare lucchetti, si entra solo se il passaggio è libero perché si tratta sempre di un’attività che corre sul crinale della legalità. 

È consigliato vestirsi con scarpe adatte, avere sempre bottiglie di acqua con sé e soprattutto equipaggiarsi con tante torce perché restare in un sotterraneo senza luce non solo è pericolosissimo ma anche potenzialmente traumatizzante.

Nella scelta delle mete da esplorare funziona il passaparola tra amici, i forum, i social e le associazioni culturali. Anche se Gabriele dà un ultimo consiglio per chi vuole scoprire mete nascoste: “La vera molla è la curiosità. Passeggiando per la strade, guardatavi intorno, siate sempre pronti a captare le novità perché dietro ogni angolo si può celare una meraviglia da immortalare su pellicola”. 

Aggiornato il 18 giugno 2018 alle ore 13:33