Arrestato Giuseppe Corona, il tesoriere della nuova mafia

Giuseppe Corona ha curato i conti di Cosa nostra. Ma i palermitani lo hanno conosciuto come il cassiere della Caffetteria Aurora, un bar di fronte al porto del capoluogo siciliano. L’uomo è stato arrestato, insieme ad altre 27 persone (di cui quattro ai domiciliari). Per altri 19 indagati è stato disposto il divieto di dimora. L’indagine è stata coordinata dal procuratore Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Salvatore De Luca e dai pm Roberto Tartaglia, Amelia Luise, Annamaria Picozzi e Siro De Flammineis. Il nucleo di polizia valutaria della Guardia di finanza ha eseguito decine di perquisizioni e sequestri di 15 attività commerciali del valori pari a sei milioni di euro. Corona è uno degli uomini che si sono adoperati per la riorganizzazione mafiosa dopo la morte di Totò Riina, stabilendo strategie e lanciando messaggi. Persino su Facebook. Sulla pagina del social network dedicata alla Caffetteria Aurora, infatti, Corona ha caricato una foto nella quale sono ritratti l’attuale vicepremier Luigi Di Maio, passato dal bar nel corso delle Regionali dell’ottobre scorso, accanto al deputato M5s all’Assemblea regionale siciliana Giancarlo Cancelleri, al cognato di Corona, Fabio Bonaccorso, il titolare del locale. Nella foto appare anche un avventore del bar, estraneo ai fatti. Da stamattina la Caffetteria Aurora è stata posta sotto sequestro.

Corona aveva provato a rifarsi una vita dopo i 16 anni trascorsi in carcere a seguito di una condanna per omicidio. Il “tesoriere” investiva per conto di varie famiglie mafiose in una serie di attività: bar, tabaccherie, negozi e numerosi immobili. Tra i prestanome figurano professionisti e imprenditori: l’avvocato Nico Riccobene, finito ai domiciliari, l’imprenditore Giuseppe Tarantino, gestore del bar Alba di Mondello, risulta tra i 19 che hanno ricevuto un provvedimento di divieto di dimora a Palermo, firmato dal gip Antonella Consiglio. È stato disposto il sequestro delle vecchie società che gestivano il bar Alba, oggi fallite. Fra gli arrestati c’è anche Raffaele Favaloro, il figlio del pentito di mafia Marco Favaloro. Il padre, mafioso del clan Resuttana, tra i responsabili dell’omicidio dell’imprenditore Libero Grassi, negli anni Novanta è diventato un collaboratore di giustizia.

 

Aggiornato il 16 luglio 2018 alle ore 17:59