Arrivederci, Signor Fiat

Sciacalli senza ritegno, quelli che in questi giorni hanno attaccato Sergio Marchionne e le scelte fatte nei suoi anni di Fiat Fca. Ci vuole, infatti, una gran faccia tosta a non riconoscere, quanto lui, fosse uno “special one”. Forse solo Vittorio Valletta, ma erano altri tempi e altri contesti, può essere messo a paragone, per piglio e capacità di guida del colosso torinese. Sarebbe da dire, magari Marchionne fosse arrivato alla Fiat qualche decennio fa. Avrebbe così ristrutturato il gruppo e fatto risparmiare all’Italia una montagna di debito pubblico. Del resto, chi potrebbe negare quanto abbia inciso la perenne crisi Fiat sulle casse dello Stato: uno sproposito, un’immensità pagata da tutti noi solo per rispettare la folle liturgia, che privatizzava i successi e statalizzava le perdite del gruppo di casa Agnelli. Ecco perché diciamo, magari Marchionne si fosse insediato allora, avrebbe portato fuori dal Paese la Fiat, come ha fatto negli anni scorsi. Ma fuori anche da tanti guai, che specialmente dal 1970 in poi hanno attanagliato “Mirafiori”. Piaccia o meno è stato lui, Sergio Marchionne, il vero signor Fiat Fca e mai come in questo caso gli Agnelli dovrebbero mutuare Sant’Agostino, per dire: “Non ti chiediamo perché ce l’hai tolto. Ti ringraziamo per il tempo che ce l’hai dato”.

Un tempo, questo di Marchionne, durante il quale ha ottenuto l’impensabile, ristrutturando, risollevando e rilanciando a livello planetario, un gruppo destinato ad una pericolosissima e definitiva deriva. Marchionne ha fatto più di Colombo, non solo è approdato in America, ma l’ha conquistata al fascino, alla tradizione e alla creatività, che solo la radice italiana sa e può offrire. È così che nasce la genialità di Fiat Chrysler. Come se non bastasse è stato il primo “Sergio”, a mettere in riga Confindustria, sindacato, apparato pubblico, secondo un metodo ed una logica, che le ipocrisie e le debolezze del passato, non avevano mai avuto il coraggio di portare avanti. Ecco perché ancora non crediamo che se ne sia andato. Una beffa, una sorte malvagia della vita, che però purtroppo è anche questa. Non sarà facile per gli Agnelli sostituirlo, non per mancanza di top manager di grandi capacità, ma per il fatto che Marchionne non era solo un manager esclusivo, ma un talento unico, elegante e naturale, nella concezione della vita, della convivenza, dell’intrapresa.

Arrivederci Signor Fiat Fa. Arrivederci Sergio. Ci mancherai. Ci mancherai eccome!

 

 

 

 

 

 

Aggiornato il 25 luglio 2018 alle ore 17:19