Corruzione e immigrazione

Qual è il carburante dell’immigrazione illegale? La corruzione. Cosa ovvia per le persone di buon senso, ma non al mainstream radical-chic, cattolico e di sinistra in cui quest’ultima componente, come dicono Luca Ricolfi e Luciana Castellina, è rimasta “senza popolo”. Ovvero, se ne è scelto un altro: ad esempio, quello pariolino a Roma, legato a un buonismo vuoto e fine a se stesso, come quando si pecca e si danno, in espiazione, generose mancette al chierichetto che allunga al fedele il cesto di vimini per l’elemosina. E questo, direi, è davvero un peccato mortale su cui la Cei dovrebbe indirizzare ogni giorno i suoi strali e anatemi. Tanto più che non pochi “cattivi cristiani” qui da noi, al pari dei mafiosi, si rendono complici per pura sete di denaro di quello che è un genocidio mascherato, che inizia nei deserti africani e ha il suo buco nero (sai quando ci entri, ma mai quando ne uscirai né dove ciò avverrà!) nei centri di detenzione libici. Ovvio che, stante così le cose, chi è contrario a qualsiasi forma di contenimento dei flussi di disperati, come i profughi economici, si avvalga del caos libico per gridare alle pratiche approssimative della guardia costiera locale nel soccorso dei migranti in mare o per considerare Tripoli “porto insicuro” per il trasferimento dei migranti così recuperati.

Va detto che Donald Trump non sta messo meglio di noi, per quanto riguarda l’immigrazione clandestina latino-americana e quella messicana, in particolare. Anche lui (come Obama, si badi bene!) vorrebbe stroncare l’assalto alle frontiere statunitensi spostando l’onere dei centri di accoglienza sul territorio messicano soprattutto per lo screening preliminare delle domande di asilo da parte di cittadini non statunitensi. E anche lui si deve sobbarcare le proteste di tutto il mondo in quanto il Messico, devastato dalla corruzione e dall’illegalità imperanti, se non è la Libia poco ci manca per quanto riguarda il rispetto dei diritti degli immigrati, sottoposti senza scrupoli a sequestri di beni, violenze di ogni tipo e stupri. Molti di noi vanno ripetendo a questo mondo sordo di anti-salviniani, anti-sovranisti e antinazionalisti come il re sia nudo, nel senso che la fine che fa tutta questa popolazione immigrata, senza arte né parte, né mezzi per sostentarsi, è del tutto ovvia: cadere vittima di tutti i più invisibili, cinici e criminali circuiti di sfruttamento, dall’agricoltura dei caporali, allo smercio di sostanze, alla marginalità più mortificante e degradante per la loro humanitas.

E niente: non serve a nulla aver dimostrato come su quelle sofferenze, grazie ai miliardi di euro spesi ogni anno per la loro accoglienza dallo Stato italiano, siano in troppi a lucrarci fornendo loro finta assistenza e pessimi servizi. Allora, per far capire meglio a costoro il cuore del problema, rifugiamoci all’estero e facciamoci aiutare da The Independent del 21 luglio scorso con l’articolo-monstre “To halt the migrant crisis the West must stop facilitating international corruption“. Il quotidiano, dati alla mano, ci dice che il sistema finanziario globale incassa dalle élite corrotte dei Paesi in via di sviluppo 1.000mld di dollari/anno sottratti attraverso la corruzione internazionale al futuro e allo sviluppo dei loro Paesi, di cui ben 100 miliardi provengono dalle casse degli Stati africani mentre i loro cittadini disperati fuggono per milioni a cercare migliori condizioni di vita in Europa! Si calcola che finora siano stati sottratti ai più bisognosi 30mila miliardi di dollari (cifra dell’ordine di grandezza del Pil mondiale)! Chi li gestisce? La stessa oligarchia internazionale che dieci anni fa, nel 2008, mise in crisi il mondo.

Conclusione: “È venuto il tempo per l’Occidente di mettere fuori la testa dalla sabbia, eliminando questo cancro dal cuore delle società occidentali”. Memento, gente…

Aggiornato il 27 luglio 2018 alle ore 12:27