Napoli, torna la “Freedom Flotilla” per Gaza

martedì 31 luglio 2018


Come tutte le estati ci sono persone che credono di nobilitare le proprie vacanze snob partecipando alla “Freedom Flotilla” per Gaza. Una maniera “islamically correct” per farsi un giro in barca partendo da Napoli e sentirsi molto buoni per avere veicolato beni inutili a chi non ne ha alcun bisogno visto che già provvede Israele a nutrire i propri nemici da decenni e non solo all’interno della Striscia.

In compenso, si fa un po’ di propaganda anti-Stato ebraico e si contribuisce all’odio contro Israele che spesso poi sfocia nell’antisemitismo vero e proprio. Due giorni orsono abbiamo avuto notizia del blocco di una delle due navi della Flotilla a ridosso delle acque israeliane. La nave intercettata conteneva anche “giornalisti militanti” oltre a 13mila euro di medicinali, che al massimo potrebbero servire per curare gli stessi occupanti della nave in questione per qualche settimana. Insomma, la classica pagliacciata che ogni anno in questa stagione contribuisce ad alimentare il caos geopolitico del pianeta di per sé già enorme. Adesso gli israeliani attendono al varco anche la seconda nave della Freedom Flotilla. Ribattezzata “Al Awda”, il ritorno (s’intende dei palestinesi dentro Israele con la cacciata degli attuali occupanti), che era salpata da Napoli lo scorso 18 luglio dopo la solita cena sociale e con la consueta benedizione del sindaco Luigi De Magistris, che già in passato aveva alimentato in proposito polemiche con la comunità ebraica partenopea.

Certo, se la prima Flotilla si era caratterizzata per l’inquietante regia di Recep Tayyip Erdoğan e dei turchi, portando a bordo armi improprie e militanti di Hamas, quelle che hanno seguito, comprese quelle odierne, sembrano più connotarsi per una valenza squisitamente propagandistica e talvolta persino goliardica. Rimane l’improvvida iniziativa che si reitera ogni anno. Come se i napoletani non avessero altri problemi estivi che rompere un embargo che a Gaza esiste solo per le armi e gli esplosivi e che è motivato dalla sicurezza interna dei cittadini israeliani. Ma questo il sindaco in carica alla plebe osannante non lo spiega.


di Rocco Schiavone