Pedofilia, Papa Francesco non commenta l’ex Nunzio

lunedì 27 agosto 2018


Papa Francesco interviene sul caso Diciotti e sullo scandalo pedofilia. Ma il pontefice si esprime anche sui gay. L’occasione è dettata dalla conferenza stampa tenuta sul volo di ritorno da Dublino. A proposito dell’eterna emergenza migranti, secondo Francesco bisogna “accogliere in maniera ragionevole ovvero integrare. La virtù della prudenza – sostiene – è la virtù del governante: prudenza sul numero e sulle possibilità di integrare. Il popolo che non può integrare è meglio che non riceva. Il metodo è il dialogo”. Sulla Diciotti, il Papa non ha messo “lo zampino. Lo zampino – sostiene scherzando – lo mette il diavolo”. Francesco ricorda i rimpatri dei migranti. “Ho visto in un video – sottolinea – che cosa succede a coloro che sono mandati indietro e che sono ripresi dai trafficanti. Mandarli indietro? Si deve pensare bene, bene, bene”. Quanto all’omosessualità, per il Papa i genitori devono “pregare, non condannare i figli. Dialogare, capire, perché altrimenti viene meno la maternità e la paternità. Mai dirò che il silenzio è un rimedio. Tu sei mio figlio, sei mia figlia, come io sono tuo padre, tua madre. Parliamo. Quel figlio ha diritto ad una famiglia e non ad essere cacciato via”.

Francesco interviene anche sul Dossier dell’ex Nunzio negli Stati Uniti Carlo Viganò che lo chiamerebbe direttamente in causa sullo scandalo pedofilia. Di più. Monsignor Viganò accusa il pontefice di essere da anni a conoscenza del caso dell’ex cardinale Theodore McCarrick, condannato per pedofilia. “Ho letto questa mattina quel comunicato – chiarisce il Papa – e dico sinceramente: leggete voi attentamente quel comunicato e fate voi il vostro giudizio. Io non dirò una parola su questo: credo che il comunicato parli da sé”. Francesco ricorda l’incontro con le vittime della pedofilia in Irlanda. “Ho sofferto tanto – afferma il Papa – ma credo che si doveva dare ascolto a queste otto persone. È stato doloroso ma c’è anche la consolazione di poter aiutare a chiarire queste cose. Se ci sono sospetti o prove, o mezze prove. Non vedo niente di cattivo nel fare un’indagine, sempre che si faccia sul principio giuridico fondamentale che nessuno è cattivo se non si prova”.

 

 

 


di Lia Faldini