Lecce, voti in cambio di case: 7 arresti e 46 indagati

venerdì 7 settembre 2018


Un terremoto politico investe Lecce. Dove sette persone, tra dirigenti, ex amministratori e consiglieri comunali, alcuni in carica, del Comune di Lecce sono stati arrestati dai militari della Guardia di Finanza su richiesta dei pm Massimiliano Carducci e Roberta Licci. Sono 46 le persone indagate, a vario titolo accusate per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale, abuso d’ufficio e falso ideologico. I voti elettorali sarebbero stati scambiati con alloggi popolari. Per i magistrati l’obiettivo era evidente: acquisire il consenso elettorale dei potenziali beneficiari dei pubblici alloggi. Gli indagati procacciavano voti in favore dei candidati del proprio partito. Dalle intercettazioni telefoniche e dai capi di imputazione risultano anche i nomi dei “potenti” della politica locale. Anche se il loro coinvolgimento nel voto di scambio sarebbe stato escluso.

I provvedimenti restrittivi sono stati eseguiti nei confronti di nove persone. Due in carcere, 5 agli arresti domiciliari e due con obblighi di dimora. Sono finiti in carcere Umberto Nicoletti e Nicola Pinto, ritenuti legati alla malavita organizzata. Arresti domiciliari per gli ex assessori Attilio Monosi e Luca Pasqualini, consiglieri comunali nel centrodestra in carica. Ma anche per il consigliere comunale in carica del Pd Antonio Torricelli, e per il dirigente comunale Lillino Gorgoni e per Andrea Santoro. Obbligo di dimora per le leccesi Monica Durante e Monia Gaetani, che svolgevano la funzione di “collettore elettorale”. In pratica, mettevano in contatto gli abitanti della zona 167 della città con gli interessati ad ottenere i voti elettorali.

Per altri cinque dipendenti comunali, in servizio presso l’ufficio casa e ufficio patrimonio, è stata chiesta l’interdizione temporanea dai pubblici uffici. La misura interdittiva è stata disposta per Piera Perulli, Giovanni Puce, Paolo Rollo e Luisa Fracasso. Gli indagati nell’inchiesta sono 46. Ma per 34 di loro non è stato preso alcun provvedimento. L’ordinanza è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce Giovanni Gallo.


di Redazione