Florence apripista uragani, già in viaggio altri due

L’uragano Florence è già molto potente, classificato nella categoria 4 su una scala di 5, ma nella sua corsa verso le coste sud-orientali degli Stati Uniti potrebbe ancora accumulare energia. Con i due uragani che lo seguono, Isaac e Helene, appena nati e molto meno potenti, inaugura la serie di questi violenti fenomeni atmosferici, inevitabili alla fine dell’estate.

“Dopo l’estate le condizioni meteo consentono uno scambio di aria dal polo Nord all’equatore”, ha osservato Claudio Rafanelli, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). “La temperatura delle masse d’aria polari ed equatoriali è molto diversa e lo scambio innesca i cicloni tropicali”, ha aggiunto.

Il vortice che si forma quando le masse d’acqua si incontrano viene costantemente alimentato dall’oceano: “per trasformarsi in uragano il ciclone tropicale deve sorvolare una superficie d’acqua molto vasta e che abbia una temperatura compresa fra 25 e 27 gradi per una profondità di 50 metri. In questo modo - ha proseguito Rafanelli - l’uragano assorbe energia termica dal maree la accumula la suo interno, formando vortici larghi qualche chilometro, che ruotano sempre più velocemente, con venti fortissimi all’interno, che possono raggiungere 300 chilometri orari”.

Nasce così quella che gli esperti definiscono una “macchina termica” che ruota vorticosamente spostandosi verso Ovest, fino alle coste degli Stati Uniti. La rotta degli uragani che nascono nell’Atlantico va dall’Africa verso l’America centrale. “Avvicinandosi alla costa americana - ha aggiunto - intensificano la potenza, grazie all’energia di scambio tra il mare e l’atmosfera”. Tutto finisce quando l’uragano tocca le coste: a quel punto non può più essere alimentato dall’energia del mare e si trasforma in pioggia tropicale. Nel frattempo, però, il suo arrivo è stato violentissimo e ha seminato danni lungo le coste.

Aggiornato il 11 settembre 2018 alle ore 18:43