Bene i quotidiani a luglio, male Di Maio sull’editoria

Sono arrivate buone notizie dalla rilevazione dei quotidiani più diffusi (carta + digitale) fatte dall’Ads nel mese di luglio. Boom degli “sportivi” come era nelle previsioni in conseguenza del Mondiale di calcio in Russia. Bene anche i quotidiani del gruppo Monti-Riffeser e il Messaggero di Caltagirone.

Sempre primo in classifica il Corriere della Sera del gruppo Rcs guidato da Urbano Cairo che è a capo anche de “La7” e di una catena di periodici (in prevalenza di notizie del mondo dello spettacolo) e del Torino calcio. Per Rcs si è trattato del miglior bilancio delle ultime 10 stagioni. Anno speciale, con cedola raddoppiata per La7 il cui share medio nella giornata è salito al 3,6 per cento dal 2,9 anche grazie alle maratone politiche del direttore Enrico Mentana e al programma Otto e Mezzo di Lilli Gruber.

Al secondo posto troviamo anche la Repubblica guidata da Mario Calabresi ma che perde un po’ rispetto a giugno 2018 a riprova di un leggero appannamento del quotidiano “non più partito della sinistra” del fondatore Eugenio Scalfari. La diffusione dei due maggiori quotidiani italiani è: 28mila per il Corriere e 223mila per Repubblica. Quasi 65mila copie al giorno di differenza che dimostrano le difficoltà del maggiore giornale del gruppo Gedi, editrice anche della Stampa e del Secolo XIX dopo la fusione decisa dalla famiglia Agnelli e quella di De Benedetti.

A luglio la media della Gazzetta dello Sport è stata di 189.606 copie al giorno con un aumento del 12,3 per cento sul mese di giugno. L’assenza degli Azzurri nella fase finale del Mondiale non ha inciso sull’interesse dei tifosi. L’eliminazione di big come Germania, Spagna, Argentina, Brasile hanno spinto i lettori a cercare le cause del cambiamento in corso nel pianeta calcio. Terminato il mondiale sono “scoppiate” le bombe dei trasferimenti a partire dall’arrivo alla Juventus di Cristiano Ronaldo dal Real Madrid e di Gonzalo Higuain dalla Juventus al Milan, le girandole di nomi della Roma e dell’Inter, l’abbandono di Maurizio Sarri dal Napoli dove è arrivato Carlo Ancelotti dopo 9 anni di assenza sulle panchine italiane.

Ha suscitato discussioni il ripiegamento del Sole 24 Ore (-5,4% e 160mila copie invece delle 109mila di giugno) nonostante la montagna di avvenimenti di ordine economico e finanziario in corso, a riprova delle difficoltà del quotidiano della Confindustria. Si è mantenuta in quinta posizione “La Stampa” con 155mila copie grazie agli avvenimenti del pianeta Fiat-auto-Juve ma anche per la specializzazione in politica estera del direttore Maurizio Molinari. Ha perso quasi il 3 per cento l’Avvenire, il quotidiano della Conferenza dei Vescovi sceso a 106mila copie da 110mila. Bene al settimo posto il Messaggero che ha sfiorato le 105mila copie con un più 4,6% a dimostrazione della forza della cronaca del quotidiano di via del Tritone. In crescita il trio Q-Il Resto del carlino (oltre 96mila copie), Q-Nazione (70mila) e Q-Il Giorno (47mila) del neopresidente della Fieg Andrea Monti-Riffeser. In buona crescita il Corriere dello Sport (87mila copie) e Tuttosport che da 50mila è passato a 61mila copie. Male Il Giornale che ha scioperato un giorno, segnale della manovra di disimpegno sulla carta stampa della famiglia Berlusconi.

Male il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, che in una intervista a Forbes si è lanciato contro il finanziamento pubblico all’editoria, annunciando di volerlo ridurre senza tener conto del fatto che già è stato tagliato e dimenticando i ritardi dell’erogazione dei benefici statali.

Aggiornato il 13 settembre 2018 alle ore 15:58