Appello per Verdiglione, adesso si svegliano tutti

“Non hanno giustificazioni burocratiche e tanto meno di diritto, se Verdiglione muore qualcuno dovrà risponderne penalmente e in maniera molto grave”.

Rita Bernardini del Partito radicale transnazionale sta sul piede di guerra sul caso del filosofo e psicanalista Armando Verdiglione per il quale il nostro giornale “L’Opinione delle Libertà“ per primo aveva lanciato l’appello per salvargli la vita. Dando poi la sveglia a tutti gli altri quattro gatti garantisti che hanno ripreso la vicenda.

“Dicono che non hanno le strutture adatte ad Opera per curarne la disfagia che lo ha portato a pesare 20 chili in meno in tre settimane? – spiega la Bernardini – le trovino altrove, anche agli arresti domiciliari in un ospedale esterno al circuito penitenziario... uno che si costituisce, anzi che viene costretto a farlo e che di buon grado si mette nelle mani dello Stato – e quindi non si può credere che voglia fuggire – deve essere in tutte le maniere agevolato da quello stesso Stato e da quella stessa giustizia cui si è affidato ciecamente”.

Ergo? “Noi chiediamo – precisa Rita Bernardini a “L’Opinione” – che il ministro intervenga immediatamente senza se e senza ma”. Come a dire che – Dio non voglia – ci scappasse l’ennesimo morto di carcere, nessuno potrebbe fare lo scaricabarile su qualcun altro. Che poi è la specialità nazionale della politica e anche della burocrazia. Non sfugge il clima forcaiolo e manettaro che pare fatto apposta per agevolare il compiersi delle tragedie in carcere. È solo di pochi giorni prima il dramma della madre detenuta per traffico di droghe leggere, al contrario dei due suoi presunti complici nigeriani rilasciati con obbligo di firma, che impazzita dietro le sbarre a Rebibbia ha ucciso in carcere i due figli piccoli detenuti insieme a lei. Hanno fatto dimettere la direttrice del carcere invece che il magistrato. I carcerati sembrano tutte vittime sacrificali le cui sofferenze inaudite sono da offrire al Moloch dell’opinione pubblica. Che così si consola delle rapine violente nelle case o di altre cose che nella vita purtroppo accadono sempre.

Se la Bernardini mette i puntini sulle “i” a proposito di presenti e future responsabilità dei massimi vertici di via Arenula, Vittorio Sgarbi, che oggi ha ripreso su “il Giornale“ la battaglia de “L’Opinione”, è entrato pure nel merito delle accuse che hanno portato alle condanne definitive per Verdiglione. “Se uno vuole dare centomila euro a uno psicanalista sta sullo stesso piano di un altro che dà la stessa somma a una fondazione politica o magari ai preti”. Perché, allora, è implicito in questo ragionamento, “solo per Verdiglione coloro che gli hanno in passato erogato finanziamenti sarebbero degli incapaci di intendere e volere di cui lui si sarebbe approfittato”?

(*) È possibile sottoscrivere l’appello lanciato dall’associazione “Amici di Spirali” sia su Change.org che su Facebook.

 

 

 

 

Aggiornato il 29 settembre 2018 alle ore 01:18