Prigionieri nell’acquario

L’allarme è stato lanciato a inizio 2018, ma solo in agosto ha avuto rilevanza mediatica mondiale. In un acquario di Choshi, a nord-est di Tokyo, in Giappone, vivono in totale abbandono un delfino, 46 pinguini e centinaia di pesci. Sono animali rimasti soli dopo che il parco acquatico ha chiuso i battenti a inizio anno, a seguito di un drastico calo del numero di visitatori dovuto dal terremoto e dallo tsunami che ha colpito il nord-est del Giappone nel marzo 2011.

Questi animali attualmente non possono essere salvati per un problema legale. Infatti, se il proprietario dell’acquario non dà il consenso, le autorità locali non possono accedere dentro la struttura e mettere in salvo gli animali. Per questo motivo, anche agli animalisti è stato negato l’ingresso. Secondo un giornale locale, mesi fa la struttura aveva cominciato a parlare con un altro acquario della possibilità di trasferire gli animali da loro, ma le trattative erano cessate all’improvviso. Al momento, i dipendenti della struttura continuano a nutrire gli animali regolarmente, ha dichiarato l’Ong Save the Ocean, anche se non si hanno informazioni precise su quanto cibo sia rimasto a disposizione.

Ma la cosa che preoccupa maggiormente gli attivisti per i diritti degli animali sono le condizioni di salute delle bestie, soprattutto quelle di Honey, il delfino rimasto solo nella vasca piccola del parco. Il cetaceo, ripreso da una telecamera aerea, presenta evidenti segni di deperimento fisico e sono in molti a pensare che possa non arrivare a fine anno. Sul web intanto si moltiplicano le campagne di solidarietà (http://animals-peace.net/honey/) ed è stato creato un hashtag, #savehoney, che sta ormai diventando di tendenza nel mondo. Bisogna capire ora cosa intenda fare il proprietario dell’acquario e perché si ostini a non volere trasferire questi poveri animali in altri parchi acquatici dove potranno essere curati e magari liberati.

Aggiornato il 01 ottobre 2018 alle ore 13:45