Mafia, la polizia cattura il boss Bigione in Romania

Arrestato il boss mazarese Vito Bigione. L’uomo era latitante dallo scorso 4 luglio, quando la procura generale di Reggio Calabria ha emesso un provvedimento restrittivo nei suoi confronti, a seguito della sentenza della Cassazione che lo aveva condannato in via definitiva a quindici anni di carcere per narcotraffico. Non a caso, Bigione era ricercato anche dall’Interpol. Il boss è stato arrestato a Oradema, in Romania. È stato fermato con una donna italiana, a seguito delle indagini della squadra mobile di Trapani diretta da Fabrizio Mustaro e del servizio centrale operativo della polizia, coordinate dal procuratore aggiunto di Palermo Paolo Guido, dai sostituti Alessia Sinastra e Francesca Dessì. Bigione figurava nella lista dei trenta latitanti più pericolosi.

È stato arrestato in collaborazione con la polizia romena, in un appartamento al quarto piano di un edificio nella provincia di Timisoara. La passione di Bigione, originario di Mazara del Vallo, sono sempre stati i viaggi. In particolare in Africa. Dove era stato arrestato nel 2004. Sul capo del latitante pendeva un mandato d’arresto europeo emesso dalla procura generale di Reggio Calabria diretta da Dino Petralia.

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini plaude alla cattura del boss. “La Polizia – sostiene il vice premier – ha arrestato in Romania Vito Bigione: era tra i trenta latitanti più pericolosi, il collegamento tra Cosa nostra, ‘Ndrangheta e i cartelli colombiani. Un grazie agli uomini e alle donne delle forze dell’ordine. E una promessa: ai delinquenti continueremo a dare la caccia, casa per casa e quartiere per quartiere. In Italia e, se necessario, anche all’estero”.

Il questore di Trapani Claudio Sanfilippo mostra soddisfazione per l’esito dell’operazione. “Siamo molto contenti – afferma – nel giro di 48 ore, abbiamo assicurato alla giustizia due pericolosi ricercati”. Due giorni fa, infatti, la Mobile ha fermato Vito Marino, uno degli autori della strage di Brescia. “Vito Bigione era il collante tra la mafia, la ‘ndrangheta e i cartelli colombiani”, ha detto il questore di Trapani Claudio Sanfilippo nella conferenza stampa sulla cattura.

Al momento dell’arresto, Bigione aveva una carta d’identità falsa e alla vista dei poliziotti ha detto di chiamarsi “Matteo”. Il capo della Mobile di Trapani Fabrizio Mustaro ha dichiarato che “nel rifugio sono stati sequestrati diecimila euro in contanti e documenti interessanti”. Grazie ad alcune intercettazioni ambientali, ha sottolineato Mustaro, “emergerebbe l’aspirazione di Bigione a diventare il nuovo capo del mandamento di Mazara del Vallo”.

 

Aggiornato il 04 ottobre 2018 alle ore 15:49