Brega Massone vede la luce oltre il processo mediatico

mercoledì 24 ottobre 2018


La luce oltre il processo mediatico. Dopo aver visto il buio oltre la siepe.

Per il chirurgo Pier Paolo Brega Massone, a dieci anni dalle accuse che lo travolsero e a sette dallo sceneggiato televisivo che di fatto gli regalò un ergastolo in primo e secondo grado per il presunto omicidio volontario (dolo eventuale) dei propri pazienti durante interventi chirurgici che secondo l’accusa servivano solo a farsi rimborsare dal Servizio sanitario nazionale, è arrivato un primo spiraglio di ragionevolezza.

La Corte di appello di rinvio a Milano, su input della Cassazione che aveva annullato le precedenti sentenze alla massima pena, ha rideterminato in 15 anni la condanna da scontare. Escludendo l’aggravante della premeditazione. Una serie di omicidi preterintenzionali e una pena proporzionata ad essi. Che si somma a quella definitiva, altissima, a 15 anni per quella truffa al Sistema sanitario nazionale sempre negata da Brega Massone. Difficile oggi, a dieci anni dai fatti e a mente fredda, farsi un’idea su quest’uomo e sulla sua vicenda giudiziaria, troppo inquinata dai mass media e persino dalle serie televisive. L’impressione però è che potrebbe anche trattarsi di un colossale errore giudiziario. Considerato il fatto che, in carcere ormai da dieci anni, sono più le attestazioni di stima ricevute che gli insulti da parte dei leoni da tastiera sul web.

La moglie ha rilasciato un’intervista molto dignitosa a “Il Dubbio” di Piero Sansonetti. Dalla quale traspare l’anima di una persona molto ferita nella dignità da questi processi a furor di popolo e in nome di un popolo che i populisti manettari usano come paravento per le loro nefandezze e dietro cui spesso si nascondono. È bene non avere pregiudizi, ma vicende come queste innestano per forza di cose quelli innocentisti, magari in reazione a quelli colpevolisti con cui troppo spesso le persone sono costrette a subire condanne ingiuste.


di Dimitri Buffa