Ucciso in prigione il super gangster “Whitey” Bulger

Sul grande schermo ha avuto le fattezze di Jack Nicholson e Johnny Depp, la sua leggenda ha percorso le orme degli Al Capone e dei John Dillinger. Alla fine James “Whitey” Bulger, l’ultimo gangster, il boss della mafia di Boston, è stato ucciso in una prigione della West Virginia: aveva 89 anni, per oltre 16 era rimasto alla macchia grazie alla connivenza di funzionari dell’Fbi corrotti prima dell’arresto nel giugno del 2011, in California. Bulger stava scontando due condanne all’ergastolo per una lunga serie di delitti, tra cui 11 omicidi.

È stato trovato morto nel carcere federale di massima sicurezza di Hazelton, dove era stato da poco trasferito. È l’epilogo di una vita rocambolesca, simile ai film di Hollywood che aveva ispirato: sullo sfondo, la Boston dove allibratori e gangster affollavano le taverne dei quartieri operai, dove gli abitanti non si sognavano nemmeno di denunciare i malviventi alla polizia e dove l’Fbi era così determinata a sradicare la mafia che arrivò a pagare criminali come Bulger perché facessero fuori i rivali. In questo modo Bulger aveva scalato le vette della criminalità organizzata, erede di una fascinazione degli americani per i grandi gangster, da Al Capone e Dillinger a John Gotti, passando per la fiction romanzesca dei Corleone di Mario Puzo e Francis Ford Coppola. Ad arricchire la saga, il dettaglio non secondario del fratello “buono”, come per i Gigante a New York, Vince capo mafia e Louis prete.

Nel caso dei Bulger, il fratello William divenne presidente del Senato statale del Massachusetts e della University of Massachusetts. William Bulger ha sempre negato di avere avuto conoscenza di prima mano dei delitti del fratello, ma ha sempre detto di volergli bene e che non l’avrebbe mai consegnato alla giustizia se avesse avuto notizia di dove si trovava. Per anni, prima che i dettagli della storia criminale di “Whitey” diventassero di dominio pubblico, miti popolari a South Boston ne avevano alimentato la fama di Robin Hood che per Thanksgiving rubava i tacchini per darli ai poveri. Un Tommy Shelby di “Peakey Blinders” dall’altra parte dell’oceano, Bulger aveva un codice d’onore: mai vendere droga ai bambini o eroina nel quartiere, fidarsi solo degli irlandesi, mentire alle donne ma non a un amico o a un socio. La sua saga non poteva sfuggire a Martin Scorsese che scelse Jack Nicholson per dargli il volto in “The Departed” del 2006. Nove anni dopo, nel 2015, toccò a Johnny Depp interpretarne il ruolo in “Black Mass” di Scott Cooper (“L’ultimo gangster” in Italia).

In realtà “Whitey” ne aveva fatte di cotte e di crude fino a quando nel dicembre 1994, dopo decenni di estorsioni, furti, rapine, narcotraffico e omicidi, era scomparso dalla faccia della terra proprio mentre stava per essere incriminato. Per un decennio Bulger era rimasto nella lista dei 10 Most Wanted assieme a Osama bin Laden, sulla sua testa una taglia record da due milioni di dollari. Fu arrestato alla fine a Santa Monica per colpa della compagna: ex igienista dentale, diede nell’occhio perché non resisteva a farsi pulire i denti almeno una volta al mese.

Aggiornato il 31 ottobre 2018 alle ore 18:48