Medici aggrediti, ultimo caso a Tivoli

Venerdì scorso nel Pronto soccorso dell’ospedale “San Giovanni Evangelista” di Tivoli un uomo ha aggredito gli operatori, danneggiato i locali e creato momenti di panico. Il responsabile, classe 1989, raggiunto dalle forze dell’ordine in un bar poco lontano, seppur pentito delle sue azioni e intenzionato a ripagare i danni materiali provocati, è stato comunque denunciato per i danni causati a persone e cose e per interruzione di pubblico servizio. Solo pochi mesi fa il segretario della Cisl medici Biagio Papotto, aveva evidenziato la drammaticità della situazione dei medici e degli operatori sanitari, troppo spesso aggrediti durante le ore di lavoro, suggerendo di non lasciare impuniti simili attacchi a tutte le professionalità ospedaliere. Le aziende non dovrebbero voltare le spalle ai propri operatori. Piuttosto, dovrebbero schierarsi come parte civile al fianco dei medici e degli operatori sanitari. Con un obiettivo: dare una dimostrazione forte del disagio provocato alla categoria dei medici, degli infermieri e degli operatori sanitari che agiscono per il bene della comunità e spesso si ritrovano bersaglio di offese, minacce, addirittura di violenze fisiche. Chi ha denunciato non deve restare da solo.

Giuseppe Quintavalle, commissario dell’azienda di Tivoli, la Asl Roma 5, oltre alla denuncia, ha garantito il sostegno psicologico per i suoi collaboratori. Per questi interventi un apprezzamento è giunto alla direzione strategica, attraverso una nota della Cisl Fp, che ha evidenziato la necessità di avere sul posto figure che si interfaccino con l’utenza nelle sale d’attesa, “dedite alla gestione dei conflitti che spesso si trasformano in aggressioni al personale”. Nonostante le azioni di violenza non si possano prevedere, questo aspetto, nella riorganizzazione della zona dei triage, ossia un sistema di informazione ad uso esclusivo degli utenti, sarà previsto all’interno dei prossimi lavori di ristrutturazione del Dea insieme ad una decisa azione di umanizzazione, con la collaborazione e la presenza di personale proveniente da associazioni accreditate all’interno delle sale d’attesa di ogni Pronto soccorso di competenza della Asl Roma 5, al fine di dare sostegno, consigli, indicazioni sui percorsi, nei limiti della normativa sulla privacy.

Aggiornato il 12 novembre 2018 alle ore 16:08