Violenza sulle donne: domenica la giornata mondiale

Domenica 25 novembre ricorre la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Un evento istituito dalle Nazioni Unite nel 1999. Secondo l’Istat, lo scorso anno, si sono rivolte ai Centri antiviolenza 49.152 donne. Di queste, 29.227 hanno iniziato un percorso di uscita dalla violenza. Il 26,9 per cento delle donne che si rivolgono ai centri sono straniere e il 63,7 per cento ha figli, minorenni in più del 70 per cento dei casi. L’istituto di statistica, per la prima volta, ha svolto l’indagine sui servizi offerti dai Centri antiviolenza, in collaborazione con il Dipartimento per le Pari opportunità, le regioni e il Consiglio nazionale della ricerca (Cnr).

Palloncini rossi verso il cielo, monumenti e siti web colorati di arancione. Sono alcuni dei simboli delle iniziative in programma in tutto il mondo per la Giornata contro la violenza sulle donne. All’Onu quest’anno il tema è “Orange the World: #HearMeToo”. Sono in programma 16 giorni di attivismo a partire dal 25 novembre, per stimolare le conversazioni pubbliche ed educare il pubblico su ciò che individui e organizzazioni possono fare per porvi fine. “È un invito ad amplificare ulteriormente le voci delle donne, ascoltare e credere alle sopravvissute, porre fine alla cultura del silenzio”, ha detto la direttrice esecutiva di UN Women, Phumzile Mlambo-Ngcuka.

“In vista della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne – sostiene la Commissione europea –ribadiamo il nostro impegno a porre fine alla violenza contro le donne e le ragazze”. Per il governo continentale, “la violenza nei confronti delle donne è una grave violazione dei diritti umani, eppure è tuttora diffusa in tutto il mondo. L’idea che le molestie o le violenze inflitte alle donne siano normali e accettabili è sbagliata e deve cambiare. Spetta a tutti noi dire no, respingere apertamente gli atti di violenza o molestia, sostenere le vittime. La violenza colpisce le donne dovunque: a casa, al lavoro, nelle scuole e nelle università, sulla strada, sui trasporti pubblici e su Internet. Può colpire qualunque donna, compromettendone il benessere generale e impedendole di partecipare pienamente alla società. Circa la metà delle donne nell’Unione europea è stata vittima di molestie verbali, fisiche o online”.

 

Aggiornato il 23 novembre 2018 alle ore 19:13