(Sfera) Ebbasta!

Ebbasta questa volta lo diciamo noi: ci hanno fatto due sfere così mettendo in croce un trapper – Sfera Ebbasta per l’appunto – perché si ostinano a volerlo ritenere responsabile di una tragedia – quella di Corinaldo – che invece ha dei responsabili ben identificabili. Diciamocelo con chiarezza: un artista, quando sale sul palco, tanti dettagli tecnici non li conosce e né tantomeno è tenuto a conoscerli. Lui sale sul palco, fa le sue cose, passa all’incasso e saluta cordialmente.

Coloro che dovrebbero occuparsi dei dettagli legati alla sicurezza sono gli organizzatori, coloro che rilasciano le autorizzazioni e i proprietari delle strutture che ospitano gli eventi. Finanche i convenuti avrebbero potuto avere più contezza rispetto agli artisti sulle condizioni in cui il concerto si sarebbe dovuto svolgere essendosi trovati nella vistosa calca di un locale che poteva ospitare meno della metà dei presenti.

Persino la posizione degli imbecilli che hanno spruzzato lo spray al peperoncino è a nostro avviso meno grave rispetto a quella degli organizzatori perché i “cretinetti piccanti” si sono resi artefici di una grave cazzata. Cazzata che, in condizioni di sicurezza decenti, si sarebbe potuta arginare senza causare una strage per un banale fuggi fuggi.

Quando la sicurezza è imbastita a capocchia, non c’è trap che tenga: o forse non ricordiamo ciò che è successo in Piazza San Carlo a Torino in occasione della finale di Champions tra Juve e Real Madrid del 2017? Anche in quel caso – mentre i tifosi guardavano la partita sul maxischermo – qualche incosciente utilizzò lo spray urticante ed anche in quel caso ci fu un fuggi fuggi con annesse vittime.  E allora? La vicenda di Torino è attribuibile ai satanassi trap?

Adesso scopriamo pure che Sfera è un cattivo maestro: ma chi ce le manda orde di adolescenti ai concerti del cattivo maestro? E chi glieli compra i cd? Sono forse gli stessi benpensanti che poi si indignano per Weinstein, che cazzeggiano sul corpo delle donne e “me too” come se non ci fosse un domani onde poi permettere che i propri rampolli ascoltino uno che le donne le tratta come oggetti di quart’ordine (o scorciatroie per dirla come Sfera)? Che le usi come un passatempo tra un eccesso ed una pippata di coca?

Sfera Ebbasta scrive dei testi che fanno vomitare (anche musicalmente è una mezza sega a nostro avviso) ma non va censurato così come tutta quella banda di scappati di casa che in Italia si sono messi a fare Trap. Anche noi abbiamo avuto i nostri miti trasgressivi per cui non facciamo i moralisti: Elvis ha fatto casino con le pasticche, Vasco giocava con la “Cocacola” e col fegato spappolato, Keith Moon era completamente pieno di roba, GG Allin defecava sul palco nel tripudio del pubblico ed è morto gonfio di eroina, Jimi Hendrix non è morto di freddo.

Potremmo andare avanti ma sembrerebbe quasi un voler giustificare Sfera per le bestialità contenute nelle sue canzoni. Non è nostra intenzione giustificarlo così come ci sembra pomposamente molto provinciale l’approccio che certi trapper hanno rispetto al messaggio che vogliono comunicare. La nostra musica era spesso di protesta ma protesta significava che ti sentivi parte del mondo e lo volevi cambiare: questi sono degli autoemarginati, dei depressi vagamente complessati che cercano una giustificazione poetica ai loro problemi e alle loro debolezze.

Il copione è sempre lo stesso: vogliono farci credere che Quarto Oggiaro o Corvetto siano il Bronx del famoso film “I Guerrieri della Notte” e che loro nella vita non abbiano avuto niente (oggi tutti hanno tutto, magari non tanto ma tutto) vivendo per questo nel disagio di sentirsi rifiutati dalla società e snobbati da quelli fighi. Poi il successo e la voglia di rivalsa che li porta a strafare, alla faccia della povertà da cui provengono, alla faccia del destino apparentemente segnato, alla faccia di chi prima li guardava dall’alto in basso.

Se la raccontano ovviamente: si può vivere con dignità, onore e voglia di migliorare anche venendo dalla periferia, anche nelle ristrettezze economiche senza che tu ti senta autorizzato a fare come ti pare perché “prima non avevamo niente”. Sono favole, tesi giustificazioniste che fanno pena ma che nessuno ha il diritto di censurare: magari dovremmo stare più attenti ai giovani spettatori che potrebbero scambiare questa massa di depressi per poeti, questa cricca di scoppiati per modelli da seguire. Anche Elio ( di Elio e le Storie Tese) ha scritto una canzone su quello escluso dalla festa delle medie (ndr Brufolazzi) e magari è anche autobiografica. L’ha metabolizzata, l’ha affrontata col sorriso mica è andato in analisi o al Sert.

Aggiornato il 14 dicembre 2018 alle ore 18:37