Sleep texting: la minaccia al buon sonno

mercoledì 9 gennaio 2019


Il sonno è una componente fondamentale per la salute ed il benessere dell’essere umano poiché influisce sul funzionamento quotidiano del suo fisico e sulla sua salute emotiva e mentale. Ogni individuo trascorre fino a un terzo della sua vita dormendo, e l’andamento generale della salute del sonno rimane una questione essenziale per tutta la vita. Naturalmente le esigenze di sonno variano in base all’età e sono particolarmente influenzate dallo stile di vita e dalle abitudini: proprio da questi presupposti nasce una ricerca della Villanova University della Pennsylvania condotta su 372 ragazzi, di cui il 75 per cento donne e il restante uomini e pubblicata sulla rivista Journal of American College Health: “Interrupted sleep: College students sleeping with technology”.

Ne emerge un nuovo e preoccupante comportamento adottato dai giovani studenti americani che è stato soprannominato “sleep texting”, cioè l’abitudine, legata all’uso prolungato degli smartphone, di connettersi con amici o parenti soprattutto nelle ore notturne, con la conseguenza di rimanere svegli per ore e ore a chattare, consultare i social media e postare commenti.

In particolare, tra i ragazzi abituati a passare le ore notturne davanti ad un device, alcuni nemmeno ricordano quali attività hanno svolto o quali contenuti abbiano i messaggi che hanno inviato: nello specifico, tra gli studenti che hanno preso parte alla ricerca, un quarto (il 25%) addirittura non ricorda affatto di aver fatto sleep texting, mentre del 25,6 per cento, pur riferendo di ricordare di aver inviato messaggi durante il sonno, la maggior parte (il 72%) ha svelato di non ricordare nulla a proposito dei contenuti al risveglio e di essere consapevole di avere una bassa qualità del sonno dovuta all’influenza dei telefoni cellulari sulle loro abitudini.

“Il fatto di non ricordare - ha spiegato Elizabeth B. Dowdell, la studiosa che ha guidato la ricerca - non è sorprendente, poiché la ricerca ha anche scoperto che le persone che si svegliano dopo aver dormito per più di qualche minuto non sono in grado di ricordare ciò che hanno fatto nei minuti prima di addormentarsi”.

 I ricercatori hanno anche scoperto che gli studenti con quattro o più dispositivi tecnologici nella loro camera da letto riescono a dormire un numero di ore significativamente inferiore rispetto a quelli con meno dispositivi: “Sono intimamente legati ai loro telefoni” ha concluso la Dottoressa Dowdell, e “sono i ronzii, i bip e le notifiche sonore che inducono automaticamente la persona a prendere in mano il device. Questi suoni danno alla persona un senso di felicità”. I risultati della ricerca sottolineano un legame molto diretto quindi tra questa nuova dannosa abitudine e la diminuita capacità degli studenti di avere buoni risultati scolastici: la privazione di ore di sonno influisce negativamente sulla salute fisica e mentale di questi giovani, e non solo, abbassando la loro capacità di concentrazione, apprendimento e rendimento. Una curiosità: in risposta a una delle domande dello studio, uno studente ha ammesso di indossare a letto tutte le sere un paio di guanti per evitare di usare il cellulare poiché “spostare il telefono non è un’opzione, devo mantenere il mio telefono con me!”. Forse alcune nostre abitudini legate alle nuove tecnologie andrebbero decisamente riviste.


di Chiara Gulienetti