Torino ancora nel caos: Appendino sotto scorta

Torino ancora non trova pace. Da giovedì scorso gli scontri tra anarchici e polizia sono andati peggiorando e stamattina la tensione è aumentata al punto che si è dovuto sospendere il processo a carico di 23 persone. Ma andiamo per ordine.

Tutto è iniziato il 7 febbraio con lo sgombero del centro sociale “Asilo” di via Alessandria, occupato da 24 anni. Secondo il questore di Torino Francesco Messina si trattava nientemeno che di “un covo di eversori, la base logistica di una cellula sovversiva”. Lo sgombero ha provocato una reazione inaspettata, come sottolinea lo stesso Messina, vista la “solidarietà data agli insurrezionalisti da altri gruppi che non fanno parte della stessa area”.

Gli anarchici, continuando a ribadire il loro slogan “giù le mani dall’Asilo”, hanno alimentato scontri e violenze che sono terminati con l’arresto di 11 manifestanti e 215 identificati. Da sabato, giorno in cui si è tenuto il corteo contro lo sgombero del centro sociale, la sindaca Chiara Appendino è sotto scorta per decisione della prefettura. Domenica c’è stato un attacco, con lanci di molotov e una bomba carta che ha provocato un incendio, al carcere “lo Russo-Cotugno” dove sono detenute le 11 persone arrestate.

Stamattina, si è dovuta interrompere l’udienza del processo “Scripta Manent” in cui 23 anarchici sono imputati per terrorismo (per l’invio di plichi esplosivi e collocazione di bombe avvenuti tra il 2005 ed il 2016 in varie località italiane) e sgomberare l’aula con l’intervento delle forze dell’ordine: un gruppo si era riunito nel settore destinato al pubblico dando vita ad una rumorosa protesta.

“È penoso dovere vedere estrinsecare la forza in un’aula di giustizia in uno Stato di diritto e in un ordinamento democratico. Ma, a fronte di comportamenti intolleranti, lo Stato non può che rispondere con la forza” ha detto il pm Roberto Sparagna all’inizio della sua requisitoria. 

 

 

Aggiornato il 11 febbraio 2019 alle ore 14:58