L’idro-diplomazia svizzera

lunedì 11 febbraio 2019


Come sottolineato dalle agenzie Onu e dall’Ihp dell’Unesco, entro il 2025 quasi due miliardi di persone vivranno l’emergenza quotidiana della carenza d’acqua.

La Confederazione Svizzera fornisce un contributo importante nel settore della gestione dell’acqua e il Paese vanta un notevole know-how in questo ambito, ad esempio in materia di depurazione. Grazie alla Confederazione, circa 8 milioni di persone nel mondo hanno avuto un migliore accesso all’acqua potabile. Negli ultimi anni, la Confederazione ha inoltre permesso l’accesso diretto all’acqua a 35mila rifugiati siriani grazie alla costruzione di pozzi e strutture per l’accesso all’acqua potabile. La diplomazia Svizzera pone nuovamente l’attenzione internazionale sulla tematica “acqua”, durante i recenti lavori della Conferenza annuale della Confederazione. In occasione di tale conferenza stampa annuale, l’ambasciatore Manuel Sager ha presentato i punti di forza della Direzione dello sviluppo e della cooperazione per il 2019 e le prospettive del prossimo messaggio concernente la cooperazione internazionale 2021-2024. L’acqua dolce è una risorsa limitata. I cambiamenti climatici, l’aumento della popolazione mondiale, le nuove abitudini di consumo e i ritmi di produzione ne mettono a dura prova le riserve globali. Oggi, 844 milioni di persone non hanno accesso a un servizio di base per l’acqua potabile. E, secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, a causa della penuria di acqua pulita e di reti idrico-fognarie, ogni giorno muoiono circa mille bambini di età inferiore ai cinque anni.

Le difficoltà di accesso o di approvvigionamento di acqua riguardano tutto il mondo. Come gestire al meglio questa risorsa? Durante la conferenza annuale è stato sottolineato l’importanza di un nuovo approccio diplomatico alla tematica:  la cosiddetta “idro-diplomazia”. Invitato a partecipare ai lavori, l’ex presidente della Slovenia, Danilo Türk, ha sottolineato come una buona gestione dell’acqua possa essere uno strumento essenziale per la geopolitica, un mezzo di prevenzione contro potenziali conflitti. Per garantire a tutti l’accesso ad acqua pulita, è indispensabile una collaborazione tra governi, società civile ed economia privata. Gli obiettivi dell’Agenda 2030 sottolineano la necessità di un impegno, da parte di tutte le agenzie e organizzazioni statali e sovranazionali a favore di un migliore impiego delle risorse idriche.

La tematica dell’acqua incarna particolarmente bene il mandato della cooperazione Svizzera, che opera per alleviare le condizioni di disagio delle popolazioni più povere, preservare le risorse naturali e creare prospettive economiche sostenibili, intervenendo così a favore della pace e della stabilità nel mondo. Importante sottolineare l’accento posto sulla diplomazia come attore per arginare le crisi nel mondo legate all’acqua. Sulla scia della “idro-diplomazia” si sta muovendo l’Unesco. Il Consiglio intergovernativo del Programma idrologico internazionale dell’Unesco (Unesco-Ihp) ha votato all’unanimità una risoluzione che propone la nascita, lo sviluppo e la diffusione di una rete mondiale di musei sull’acqua. La risoluzione è stata ufficialmente presentata dai Paesi Bassi e concretamente sostenuta da Canada, Italia, Portogallo, Grecia, Ungheria, Svizzera, Iran, Marocco, Tunisia, Cuba, Messico, Ecuador, Paraguay, Argentina, Senegal, Ghana, Nigeria, Sudan e Zambia, attraverso le delegazioni permanenti delle varie nazioni all’Unesco.

L’idea è quella di diffondere nuovi approcci interdisciplinari che sposano geopolitica, economia, sociologia e scoperta storica attraverso la diffusione del Global Network of Water Museums. Grazie al Programma Idrologico Internazionale dell’Unesco e al Global Network of Water Museums si pone sempre più l’attenzione sulle priorità dell’attualità e sulle sfide per gestire meglio i fiumi del pianeta e le risorse idriche a disposizione, tutelando maggiormente gli ecosistemi fluviali necessari a rigenerare la qualità di tutte le acque.


di Domenico Letizia