Migranti, cardinale Sarah: “Non si possono accogliere tutti”

Robert Sarah non condivide la linea dell’accoglienza ai migranti di Papa Francesco. Il 74enne cardinale guineano ha dato alle stampe un libro che desterà scalpore: Le soir approche et déjà le jour baisse (La sera si avvicina e già il giorno sta calando), titolo che richiama il passo del Vangelo sui pellegrini di Emmaus. In un’intervista al settimanale conservatore francese Valeurs Actuelles, Sarah ha presentato il saggio (scritto insieme al saggista Nicolas Diat) appena uscito in Francia, che arriverà in Italia a fine estate. Il cardinale africano si trova sulla stessa linea di pensiero di Benedetto XVI e di Giovanni Paolo II sia sulle questioni dottrinali, che sui temi sociali. Cinque anni fa Papa Francesco lo nomina prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. Succede al cardinale spagnolo Antonio Cañizares Llovera. Da giovane vescovo in Guinea, Sarah entra in aperta polemica con il regime socialista di Ahmed Sékou Touré. Non a caso, alla morte del dittatore emerge una verità inquietante: Sarah era il primo della lista dei nemici.

All’interno del mondo cattolico la sua posizione è originale. Pur provenendo da un povero villaggio, si caratterizza per un’idea controcorrente sull’immigrazione. Osteggia fortemente quella che definisce “barbarie islamista”. D’altro canto, sostiene i Paesi di Visegrad che difendono le loro identità nazionali e boccia platealmente il Global Compact sulle migrazioni. “Tutti i migranti che arrivano in Europa – sostiene il cardinale – vengono stipati, senza lavoro, senza dignità. È questo ciò che vuole la Chiesa? La Chiesa non può collaborare con la nuova forma di schiavismo che è diventata la migrazione di massa. Se l’Occidente continua per questa via funesta esiste un grande rischio: che esso scompaia, invaso dagli stranieri, come Roma fu invasa dai barbari. Parlo da africano. Il mio Paese è in maggioranza musulmano. Credo di sapere di cosa parlo”.

Quello del cardinale Sarah è un autentico grido d’allarme. “C’è una grande illusione che consiste nel far credere alla gente che i confini saranno aboliti. Gli uomini si assumono rischi incredibili. Il prezzo da pagare è pesante. L’Occidente è presentato agli africani come il paradiso terrestre. Ma come si può accettare che i Paesi siano privati di così tanti loro figli? Come si svilupperanno queste nazioni se così tanti loro lavoratori sceglieranno l’esilio?”.

Il cardinale guineano s’interroga sulle organizzazioni “che attraversano l’Africa per spingere i giovani a fuggire, promettendo loro una vita migliore in Europa. Perché la morte, la schiavitù e lo sfruttamento sono così spesso il vero risultato dei viaggi dei miei fratelli africani verso un eldorado sognato? Sono disgustato da queste storie. Le filiere mafiose dei trafficanti devono essere sradicate con la massima fermezza. Ma curiosamente restano del tutto impunite”.

Secondo Sarah, “questa invasione dell’Europa da parte dei migranti è programmata, controllata e accettata. Niente del traffico migratorio nel Mediterraneo è ignorato dalle autorità francesi, militari e civili. La barbarie non può durare più. L’unica soluzione duratura è lo sviluppo economico in Africa. L’Europa non deve diventare la tomba dell’Africa. Dunque, si deve fare tutto affinché gli uomini possano rimanere nei Paesi in cui sono nati”.

Il cardinale manifesta la propria contrarietà al Global Compact, fortemente sostenuto da Papa Francesco. “Questo testo – sostiene Sarah – ci promette migrazioni sicure, ordinate e regolari. Ho paura che produrrà esattamente il contrario. Perché i popoli degli Stati che hanno firmato il testo non sono stati consultati? Le élite globaliste hanno paura della risposta della democrazia ai flussi migratori?”.

Sarah non teme di criticare apertamente il Vaticano. “Sono stupito – afferma – che la Santa Sede non sia intervenuta per cambiare e completare questo testo, che mi sembra gravemente inadeguato. Sembra che le tecnostrutture europee si rallegrino dei flussi migratori o li incoraggino. Esse non ragionano che in termini economici: hanno bisogno di lavoratori che possano essere pagati poco. Esse ignorano l’identità e la cultura di ogni popolo. Basta vedere il disprezzo che ostentano per il governo polacco”.

Secondo il cardinale, “alla fine di questa strada c’è solo l’autodistruzione. Si è approfittato della giusta lotta contro tutte le forme di discriminazione per imporre l’utopia della scomparsa delle patrie. Ma questo non è un progresso. La carità non è un rinnegamento di sé. Essa consiste nell’offrire all’altro ciò che di meglio si ha e quello che si è. Ora, ciò che di meglio l’Europa ha da offrire al mondo è la sua identità, la sua civiltà profondamente irrigata di cristianesimo”.

Il cardinale non ha dubbi: “la globalizzazione porta a un’omologazione dell’umanità. Mira a tagliare all’uomo le sue radici, la sua religione, la sua cultura, la storia, i costumi e gli antenati. Così diventa apolide, senza patria, senza terra. È a casa dappertutto e da nessuna parte”.

L’idea “politica” del cardinale Sarah coincide, per certi versi, con il pensiero sovranista. “I paesi – chiosa – come quelli del gruppo di Visegrad, che si rifiutano di perdersi in questa pazza corsa, sono stigmatizzati, a volte persino insultati. La globalizzazione diventa una prescrizione medica obbligatoria”.

Aggiornato il 08 aprile 2019 alle ore 18:25