L’età oscura dell’ignoranza

Se un tempo sarebbe stata “bandiera rossa” a trionfare, oggi il più subdolo e ubiquo nemico è il politicamente corretto che sta letteralmente avvelenando ogni strato della società.

L’ultimo, eclatante caso, è quanto è appena avvenuto al cimitero di Pieve di Cento, in provincia di Bologna, dove qualche “anima pia” rispettosa più degli altri che di noi stessi, ha avuto la brillante e democratica idea, di oscurare crocifissi e altri simboli religiosi cristiani per non urtare i credenti delle altre fedi in caso di cerimonie differenti dal rito cattolico. Tutto già visto. Tutto già successo sin troppe volte, come ricorderà qualcuno con buona memoria avvenne quando si coprirono le statue classiche perché ignude durante la visita di un capo di stato straniero di fede musulmana.

Come quando si vuol togliere il crocifisso dalle aule scolastiche o la carne di maiale dalle loro mense. La follia dilagante è ovunque. Tutto il nostro mondo ormai è come quello raffigurato nel dipinto di Hieronymus Bosch conosciuto come “Il carro di fieno”. Tutto già previsto mezzo millennio fa.

A Pieve di Cento dunque, come avviene in uno dei paesi più desacralizzati al mondo, negli Stati Uniti d’America, dove le cerimonie funebri, per evitare appunto di “turbare gli animi”, avvengono in apposite sale “neutre” che fungono da camera ardente e da tempio.

Oggi il cristianesimo e la sua cultura, dunque anche la nobilissima arte funeraria che ha creato nei secoli capolavori che ci ricordano, non soltanto i nostri cari ma anche che l’uomo è polvere, sono sotto l’attacco delle belle menti progressiste, boldriniane e bergogliane, che vorrebbero appiattire ogni cosa, ogni cultura sotto un pensiero unico. Guarda caso poi, in uno strano mondo rovesciato, è sempre la nostra civiltà, quella europea, cristiana oggi - ma dalle antiche radici greco romane - a doversi genuflettere al dio del “politically correct” e soggiacere all’ignoranza. Neppure l’Islam, laddove esso ha dominato per secoli, si è mai permesso di intervenire sulle tombe e sui riti cristiani vietandone i simboli. Noi nell’Italia del ventunesimo secolo, molto più timorosi e pavidi nel manifestare la nostra identità e tradizione, arriviamo a rinnegarla senza vergogna.

L’ignoranza e la miseria dello spirito, l’assenza di anima e di cultura di certuni è dovuta all’abissale oscurantismo culturale del nostro tempo, quest’età sì veramente buia e bigotta, asservita al peggiore di tutti i mali: la viltà.

Aggiornato il 09 aprile 2019 alle ore 12:38