Caro “Maggiolino”, addio

La Volkswagen è impossibile da guidare: ci sembra criminale che una vettura di questo genere finisca, come spesso accade, in giovani mani inesperte... È completamente démodé: i progressi di cui ha beneficiato sono insignificanti, per non dire nulli.

Cosi scriveva nel 1958 Bernard Cart, un’importante giornalista francese di un giornale specializzato. Non si può dire che ci abbia azzeccato visto che la maggiolino è diventata una delle macchine più amate dagli automobilisti e non solo.

Dal Terzo Reich agli hippie, la beetle ha segnato il Novecento, tra arte e cinema. Malgrado ciò, dopo 81 anni di onorata carriera la celebra automobile si è congedata dal suo pubblico di fan. Mercoledì 10 luglio infatti, nella fabbrica messicana di Puebla, è stato prodotto l’ultimo storico modello.

Ma torniamo velocemente indietro nel tempo: il Maggiolino vede la luce in pieno Reich nazista. Doveva essere l’utilitaria per tutti, la “vettura del popolo” voluta da Adolf Hitler con cui i tedeschi avrebbero attraversato le nascenti autostrade del Reich, fatte costruire a tappe forzate per essere poi usate soprattutto a scopi bellici.

A disegnare quelle linee inconfondibili è stato l’ingegnere austriaco Ferdinand Porsche, cui il Fuhrer, austriaco come lui, chiese di progettare un’auto che potesse competere con la Ford T, la prima automobile prodotta in serie che spopolava negli Stati Uniti. È il 1938, anno in cui nasce la Volkswagen, unione tra la parola “Volks” (popolo) e la parola “wagen” (auto). Il primo nome della macchina non era però maggiolino ma KdF-Wagen cioè “auto della Forza attraverso la Gioia” (dal nome dell’ente ricreativo dello stato nazista). Il suo celebre nomignolo, Maggiolino appunto, gli fu affibbiato nel 1967 grazie ad un volantino pubblicitario.

La sua vita è stata costellata di successi mondiali e sono tante le curiosità che la riguardano. Non si sa se Porsche ne fosse a conoscenza, se l’avesse progettato così volutamente oppure se è semplicemente un caso fortuito, fatto sta che il Maggiolino galleggia. Bent Axel Schlesinger e Franz Kuen, attraverseranno lo stretto di Messina nel 1964 proprio su una Volkswagen, entrando anche nel Guinness dei Primati nel 1968 e poi ancora nel 1984.

Anche il cinema si accorse delle potenzialità dell’auto. Nel 1968, gli venne dedicata una fortunata serie di commedie della Walt Disney “Herbie, il maggiolino tutto matto”. La crisi economica però bussò alla porta negli anni Settanta, quando le vendite iniziarono a calare costringendo le fabbriche tedesche a spostare l’attenzione sulla neonata Golf. La produzione si spostò però in Messico dove il Maggiolino conobbe una seconda vita e divenne “El carro del pueblo”.

L’ultimo esemplare verrà conservato in un museo, tributo che si riserva sempre ai miti. Quelli che non muoiono mai, e che a volte ritornano.

Aggiornato il 12 luglio 2019 alle ore 11:20