Il carabiniere ucciso giovedì notte a Roma non aveva con sé l’arma d’ordinanza. Mario Cerciello Rega, ucciso con undici coltellate, non avrebbe, comunque, potuto reagire. Perché sarebbe stato colpito alle spalle da uno dei presunti autori materiali del delitto, i due 19enni statunitensi Finnegan Lee Elder e Christian Gabriel Natale Hjorth.

Il comandante provinciale dei carabinieri di Roma, Francesco Gargaro, nella conferenza stampa (nella foto in basso) sull’omicidio del vicebrigadiere 35enne, ha detto di volere “esprimere disappunto e dispiacere per le ombre e i presunti misteri che sono stati sollevati e diffusi in merito a questa vicenda. La ricostruzione attenta e scrupolosa ha dimostrato la correttezza e regolarità di questo intervento analogo e ricorrente nella città di Roma”.

Mario Cerciello Rega e Andrea Varriale “sono stati aggrediti immediatamente” dai due americani: “non c’è stata possibilità di usare armi, di reagire. Nel momento in cui si sono qualificati sono stati immediatamente aggrediti. Pochi attimi in cui Varriale è stato sopraffatto e buttato a terra. In zona “c’erano quattro pattuglie, che non dovevano essere visibili per non pregiudicare l’operazione e che sono intervenute pochi minuti dopo l’allarme”.

Gargaro ha detto che “Cerciello aveva dimenticato l’arma. È stata probabilmente una dimenticanza, ma ciò non toglie che non aveva alcuna possibilità di reagire. Non immaginavano di trovarsi di fronte una persona con un coltello di 18 centimetri, e non si aspettavano neanche di essere aggrediti nel momento in cui si qualificavano come carabinieri. Si trattava di un servizio che a Roma si fa ogni giorno, o quasi”.

La pm romana Nunzia D’Elia ha dichiarato che “quando sono arrivati per essere interrogati, i due giovani americani ritenuti responsabili dell’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, erano liberi da qualunque tipo di vincolo, in ottime condizioni, senza segni di nessuno genere. Abbiamo fornito l’avvocato d’ufficio, nominato l’interprete e consentito a Gabriel Natale di aver un colloquio preliminare con il suo avvocato da soli”.

Gargaro ha chiarito che “l’indicazione del fatto che fossero stati due maghrebini è stata data da Brugiatelli, la persona che era stata derubata dello zaino. Ha parlato di due persone di carnagione scusa, presumibilmente maghrebini. Lo ha detto perché aveva il timore di dire che conosceva gli autori dell’omicidio. Non voleva essere associato al fatto. Solo dalle immagini si è scoperto l’antefatto. Gli indiziati sono stati individuati e interrogati dai magistrati nel rispetto della legge”.

Secondo il procuratore aggiunto di Roma Michele Prestipino, “gli interrogatori sono stati effettuati con tutte le garanzie difensive, alla presenza dei difensori, dell’interprete e previa lettura di tutti gli avvisi di garanzia previsti dalla legge. Gli interrogatori sono stati anche registrati”.

Il procuratore aggiunto ha detto che accerteremo i fatti “senza alcun pregiudizio e con il rigore già dimostrato da questa procura in altre analoghe vicende”. In merito alla foto di Natale Hjorth bendato e ammanettato, Prestipino ha detto che “la procura ha già avviato le indagini per accertare quanto accaduto, per consentire la più adeguata qualificazione giuridica e per individuare tutte le responsabilità”.

Aggiornato il 30 luglio 2019 alle ore 16:55