Scuola: l’Italia che verrà…forse

Le fondamenta di uno Stato sono le sue leggi, la sanità e la scuola. I beni comuni, comuni a tutti. Di leggi ne abbiamo troppe, i vari governicchi che si sono succeduti nel tempo hanno proposto leggi, leggete e leggine, dimenticandosi di abrogare quelle vecchie e oggi l’Italia più che viva è intasata.

La sanità crolla, ospedali fatiscenti, medici anziani che non vengono sostituiti ed infermieri che scappano dall’Italia! Una sanità allo sbando, che per prima cosa dovrebbe tornare indietro e ripulire se stessa dalle cattive gestioni precedenti, ma ahimè per questo ci vuole gente capace! La scuola, che dovrebbe formare e selezionare i docenti migliori, perché essere docente è una professione e non un eroe civile (ultima affermazione del Neo ministro Fioramonti) è in balia del Ministro di turno, della sua cerchia e della sua poca qualità.

Soffermiamoci sulla scuola… la scuola è l’istituzione che coeduca e forma il futuro, e per fare ciò ha bisogno di docenti (non eroi civili) formati, selezionati e valorizzati. Ma in Italia abbiamo un precariato storico, che ci trasciniamo da secoli, stanco e sconsolato. Il precariato un problema serio, che andrebbe affrontato in maniera seria, ma come ben sappiamo i voti della scuola contano, contano eccome! Ed allora alla qualità prevale, come al solito, l’imbucare dentro tutti, perché poi se non assumi la prima fascia, la seconda e la terza fascia, ti metti contro una fascia! Per non parlare dei diplomati magistrali e dei laureati in scienze della formazione, insomma un plotone di docenti che alla lunga avanzeranno, vista la poca natalità italiana! Con quelli che avanzano che ci facciamo? Chiedono di eliminare le classi pollaio, ma questo problema si risolverà da solo perché poi il vero problema della scuola è sotto gli occhi di tutti quelli che vogliono vedere!

Ed in Italia troppi sono ciechi!

Mala tempora currunt…

Aggiornato il 20 settembre 2019 alle ore 15:43