Il vero sbaglio è credere che lo scandalo degli affidi, dei giudici minorili incompetenti, delle case famiglia dove lavorano i parenti degli psicologi e degli assistenti sociali – o anche loro stessi direttamente – e della compravendita dei minori sottratti alle famiglie disagiate, sia nato con lo scandalo di Bibbiano. Purtroppo questo scempio preesisteva all’inchiesta “Angeli e demoni” almeno di vent’anni, almeno dai tempi delle inchieste sul satanismo a Massa Finalese, quelle in cui fu coinvolto anche il povero prete di campagna don Giorgio Govoni, che morì di crepacuore nello studio del proprio avvocato.

La storia di don Govoni è raccontata magistralmente nel podcast di Repubblica “Veleno”, che ha ripercorso tutta quella vicenda parlando del “Metodo Forno”, dal cognome del pm che per primo si occupò anni addietro di inchieste su satanismo e pedofilia. Il quale – sia pur con lodevoli intenti – creerà come effetto collaterale questo strapotere degli assistenti sociali e una serie di incriminazioni che non ressero al vaglio dei processi. Nonché come effetto assolutamente non voluto, ma facilmente prevedibile, una serie di suicidi, in carcere e fuori.

Adesso arriva questo libro dell’ex vice direttore di Panorama, Maurizio Tortorella , “Bibbiano e dintorni”, che sarà presentato alla libreria Mondadori di piazza Cola di Rienzo a Roma giovedì (alle 18), a rimettere i puntini sulle “i” di tutta questa vicenda che non è nata, e forse neanche morta, a Bibbiano. Già perché, malauguratamente, sappiamo tutto degli slogan demagogici e anche un po’ infami sul cosiddetto “Partito di Bibbiano”, ma poco sulle cause profonde che hanno determinato questo stato di cose. A partire dal ruolo dei giudici minorili (chi non ricorda, ad esempio, la montatura delle maestre “pedofile” di Rignano Flaminio?), che poi sono quelli che firmano i provvedimenti di allontanamento dai genitori naturali e di affido alle varie case famiglia che hanno fatto di questa vicenda un business da milioni di euro. Per non parlare del ruolo spesso nefasto dei genitori affidatari che montano i figli in affido contro gli ex genitori. Con casi di vero e proprio “professionismo dell’affido”, dietro cui spesso si celano interessi economici. Una di queste strutture, la “Hansel e Gretel”, nome sinistro che rievoca fiabe terribili, era presente anche nell’inchiesta su don Govoni, il parroco accusato di omicidi di bambini e riti satanici mai avvenuti a Massa Finalese. Ai giudici minorili, Tortorella dedica specificamente tre o quattro paginette del libro (107-110) in un capitolo intitolato “I giudici minorili di Bologna: vittime o no?”. Un capitolo che dopo averlo letto non scioglie del tutto il dilemma ma di certo non fa sconti alla maniera burocratica con cui soprattutto i magistrati dell’accusa hanno trattato i casi di Bibbiano. L’esempio chiarificatore di Tortorella riporta a un evento segnalato a suo tempo solo dal Fatto Quotidiano.

Ecco cosa scrive l’ex vicedirettore di Panorama: “Per comprendere quanto, basta seguire la storia di una certa notizia, anzi, di uno scoop. Il 28 luglio 2019, Il Fatto Quotidiano rivela che nella prima parte del novembre 2018, quando ancora l’inchiesta reggiana avanza nel pieno del segreto istruttorio, il sostituto procuratore Valentina Salvi si rende conto che i giudici minorili bolognesi stanno per decretare l’allontanamento da casa di un bambino sulla base di documenti falsi. Il giornale racconta che, per evitare almeno quell’errore, dopo averne scoperti tanti altri, la Salvi si sarebbe messa urgentemente in contatto con il giudice che, a Bologna, si occupa del caso. Lo avrebbe avvisato del pericolo e gli avrebbe inviato documenti per dimostrargli che le denunce dei Servizi sociali di Bibbiano non corrispondono al vero. In base a quanto viene raccontato dal Fatto, nelle relazioni dei Servizi sociali il padre del bambino sarebbe stato descritto come alcolizzato e violento, e per questo accusato di maltrattamenti, ma nella realtà le accuse sarebbero molto esagerate e non motiverebbero affatto un allontanamento. Perché è vero che l’uomo è stato fermato due volte per guida in stato d’ebbrezza, ma questo è avvenuto molto tempo fa, almeno una decina d’anni prima, e oltretutto il livello di positività al test era estremamente modesto. Malgrado la segnalazione proveniente dalla Procura di Reggio Emilia, secondo il Fatto Quotidiano, il Tribunale dei minori di Bologna sarebbe andato avanti con l’allontanamento, e il 22 novembre 2018 il bambino sarebbe stato portato via da casa sua e rinchiuso, insieme con la madre, in una ‘struttura protetta’”.

Come tutti i bravi giornalisti, Tortorella non dà risposte, ma fa in modo di suggerire al lettore le evidenze che i fatti, messi uno dietro l’altro, inesorabilmente forniscono. E, nella fattispecie, le conclusioni non sono molto lusinghiere rispetto ai metodi palesemente e ferocemente burocratici dei giudici bolognesi e di tutti quelli che si sono occupati dei fatti di Bibbiano. E non solo di Bibbiano. Come si constaterà leggendo questo libro.

Aggiornato il 23 settembre 2019 alle ore 11:54