Fine vita, la Consulta dà ragione a Marco Cappato

Finalmente, una sentenza storica. Marco Cappato, il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, che aveva aveva accompagnato Dj Fabo, divenuto cieco e tetraplegico, in una clinica svizzera per sottoporsi al suicidio assistito, ha avuto ragione. Lo ha deciso la Consulta. Cappato esulta attraverso Twitter. “Chi è nelle condizioni di Dj Fabo – scrive – ha diritto a essere aiutato. Da oggi siamo tutti più liberi, anche chi non è d’accordo”. Secondo Cappato, “è una vittoria della disobbedienza civile, mentre i partiti giravano la testa dall’altra parte. Vi aspetto al Congresso dell’Associazione Coscioni”.

A sollevare la costituzionalità dell’articolo 580 del codice penale che punisce nello stesso modo aiuto e istigazione al suicidio con il carcere fino a 12 anni, è stata la Corte d’Assise di Milano.

Per Cappato, “da oggi in Italia siamo tutti più liberi anche quelli che non sono d’accordo. Ho aiutato Fabiano perché ho considerato un mio dovere farlo. La Corte costituzionale ha chiarito che era anche un suo diritto costituzionale per non dover subire sofferenze atroci. È una vittoria di Fabo e della disobbedienza civile, ottenuta mentre la politica ufficiale girava la testa dall’altra parte. Ora è necessaria una legge”.

Alla Camera sono state presentate numerose proposte di legge sul tema. Ma non si è mai raggiunta la quadra per arrivare a un testo comune. Al Senato, si registra ora un’iniziativa che vede prima firmataria la senatrice del Pd Monica Cirinnà. Si tratta di una proposta sottoscritta anche da esponenti di Leu, M5s e del Psi.

Si tratta di un testo “tra i tanti che sono già stati depositati”. Anche perché su questo tema, “non ci sono linee di partito”. Viene prevista l’introduzione, anche nel nostro Paese, del cosiddetto “farmaco letale” al malato con una patologia “irreversibile”, fonte di sofferenze “intollerabili”, tenuto in vita solo da macchine o medicinali ma capace di prendere decisioni “libere e consapevoli”.

Si tratta, in realtà, degli stessi paletti indicati dalla Consulta lo scorso anno, quando, prospettando l’incostituzionalità delle norme che oggi puniscono l’aiuto al suicidio in una situazione di questo tipo, si era fermata a un passo dalla decisione per dare un anno di tempo al Parlamento per legiferare.

Altra questione dirimente attiene all’obiezione di coscienza dei medici. “Almeno 4mila medici cattolici sono pronti a fare obiezione di coscienza, a seguito della pronuncia della Consulta”, ha annunciato l’Associazione che li rappresenta. Mentre altri 237 medici hanno firmato un appello a favore del suicidio assistito. Lo promuovono l’Associazione Coscioni e Mario Riccio, il medico di Piergiorgio Welby.

Aggiornato il 25 settembre 2019 alle ore 23:02