Si è svolta in settimana presso la splendida cornice della Pontificia università urbaniana di Roma la cerimonia di premiazione dei donatori della “Associazione Donatori Volontari Sangue Ospedale Pediatrico Bambino Gesù” alla presenza, tra gli altri, della dottoressa Mariella Enoc, presidente del nosocomio pediatrico.

Ma la presenza senz’altro più importante è stata quella dei donatori stessi, donne e uomini che quotidianamente contribuiscono a perpetuare il miracolo della vita. Gente che senza stare troppo a pensarci corre, letteralmente, se ci sono “granulociti” (alias globuli bianchi) da donare a qualche bimbo sottoposto a dura prova. Sì perché ognuno di noi può (e dovrebbe...) dare quel tanto che possiede dentro, non solo sangue quindi, ma anche piastrine e plasma. Sono persone che agiscono per puro amore del prossimo, gratis ovviamente, di cui nessuno saprà mai il nome e che nulla ricevono in cambio se non la consapevolezza di aver fatto del bene.

Scrivere queste brevi righe vuole essere un piccolo tributo ai donatori e a tutto il personale degli staff dei centri trasfusionali che trecentosessantacinque giorni all’anno operano incessantemente per trasformare piccole cellule in mattoncini di vita...

Tutto bene? No, c’è un “ma”: il “ma” è che sono sempre troppo pochi i donatori e soprattutto della fascia d’età degli “anta” invece che degli “enta”.

Questo è il grande rammarico dei donatori: non riuscire vincere la ritrosia dei giovani ad avvicinarsi al mondo della donazione. È importante quindi trasmettere questo messaggio.

 

Aggiornato il 19 dicembre 2022 alle ore 16:34