Barbagallo: “Pensionati ammortizzatore sociale delle famiglie”

martedì 22 ottobre 2019


Avendo iniziato a lavorare sin da quando aveva otto anni, le molteplici esperienze lavorative in vari settori e i differenti rapporti contrattuali, gli hanno consentito di acquisire conoscenza del mondo del lavoro e delle relazioni fra operai e padroni che ha riportato nel suo percorso sindacale in Sicilia e successivamente nel suo ruolo di segretario nazionale della Uil.

Segretario Carmelo Barbagallo, i pensionati non sono un costo, ma una risorsa per il Paese: sono il vero ammortizzatore sociale delle nostre famiglie e possono dare ancora un contributo attivo ed essenziale alla nostra economia”. Lo ha detto nel suo intervento al Forum di Assago, mercoledì 9 ottobre, alla assemblea nazionale delle delegate e dei delegati di Cgil, Cisl e Uil. Il tema era “Dalle parole ai fatti: Lavoro, Ambiente, Giovani, Fisco, Pensioni” e lo ha ribadito nel corso del suo intervento il 10 ottobre ai lavori del Consiglio nazionale della federazione dei pensionati aderenti alla Uil. Mi approfondisce il tema?

I governi negli anni passati hanno fatto le cosiddette politiche attive del lavoro, affidando lavori socialmente utili ai giovani che si sono trasformati in precari che ancora si cerca di stabilizzare, giovani precari che hanno oggi più di cinquant’anni. Io sostengo che non tutti i lavori sono uguali e che la Fornero sia sbagliata, mandare in pensione tutti nello stesso periodo non ha senso. Piuttosto bisogna fare quella commissione tecnico scientifica per valutare in ogni settore quali sono i lavori usuranti che non permetterebbero ad alcune persone di arrivare in salute all’età pensionabile, mentre ci sono lavori che si possono svolgere più serenamente fino a una certa età. perché ci sono settori dove se non si impone niente e si lascia liberi di decidere se andare in pensione o meno, non se ne sente l’esigenza, lo diciamo da anni, perché chi va in pensione con il contributivo anche se va col massimo perde salario, e se è monoreddito ha una riduzione del proprio potere d’acquisto. E siccome i pensionati sono gli ammortizzatori sociali primari della famiglia, dobbiamo stare attenti a questo aspetto. I lavori socialmente utili dovrebbero essere pensati proprio per gli anziani, per i pensionati, perché possono essere una risorsa enorme. Oggi in tutti i settori mancano professionalità. Per ricordare un caso eclatante, stiamo richiamando in servizio i medici in pensione per mancanza di personale in molte regioni. Tra un poco se continua così avremo bisogno di chiamare l’Onu per ripristinare servizi in alcuni ambiti. Questo governo ci ha detto che vuole fare delle modifiche alla previdenza che c’è in arte e quindi alla Fornero. Noi siamo disponibili, ma un’altra cosa che dovremmo fare è discutere con le imprese perché bisogna fare in modo che l’organizzazione del lavoro possa essere fatta perché ad una certa età le risorse umane più adulte possano essere utilizzate per mansioni diverse da quelle che avevano quando hanno cominciato il loro percorso lavorativo da giovani. Un esempio concreto: in una acciaieria perché non si mette un giovane a fare un lavoro più gravoso e non si assume un anziano per il magazzino? Bisogna intervenire sull’organizzazione del lavoro e sulla società. A Settant’anni non si può salire su un’impalcatura. Se guardiamo com’è ridotto il territorio, come manca la sicurezza, come non ci sono determinati controlli, ci sarebbe da far fare agli anziani moltissimi lavori socialmente utili che potrebbero costare poco al Paese e avrebbero un risvolto positivo anche sui giovani che hanno bisogno di lavoro stabile, perché se non lavorano non avranno mai la pensione domani. 250mila giovani hanno lasciato il nostro Paese e noi dovremmo cercare di riportarli indietro. Giovani italiani hanno inventato il made in Italy di allora e quelli di oggi, con l’innovazione tecnologica a disposizione e la ricerca possono fare l’industria 4.0.

La cito testualmente: “Senza un accordo per la rivalutazione delle pensioni e per la legge sulla non autosufficienza la manifestazione dei pensionati, già indetta per il prossimo 16 novembre, sarà l’inizio di una grande mobilitazione generale”. Il tema dell’autosufficienza coinvolge migliaia di cittadini e le loro famiglie e troppo spesso si determinano povertà ed isolamento. Quale è il ruolo del sindacato?

Il ministro della Salute Roberto Speranza si è impegnato e dobbiamo vedere, perché è stato annunciato che dal prossimo settembre, hanno allungato i tempi, sempre per la carenza di risorse, incardineranno nella Finanziaria la legge per la non autosufficienza. Elimineranno il superticket che è una tassa odiosa, ma vogliamo capire con cosa lo sostituiranno. perché bisogna rinforzare il fondo nazionale e bisogna fare in modo che su quella legge si devono incardinare tutte le risposte che vanno date alle Regioni. Nemmeno la metà delle Regioni hanno preso in considerazione le norme sull’autosufficienza. Da questo punto di vista dovremo verificare quello che succederà nei prossimi mesi. L’altra questione è quella del recupero dell’adeguamento delle pensioni, lì è tutto negativo perché hanno messo qualche centesimo che diventano sei euro l’anno. Ora siamo passati dall’Avaro di Molière ai pensionati cui sono stati sottratti 3 miliardi e 600milioni per 3 anni e quindi a dare qualche spicciolo che non serve nemmeno per le medicine. Allora su questo manteniamo l’iniziativa del 16 novembre e la rafforzeremo.

La vita media si è notevolmente allungata, a settant’anni hanno ridefinito l’anzianità. Ma questo non può suscitare sensi di colpa e paure. Un buon invecchiamento dipende anche da come mi curo, come mangio, dall’esposizione all’inquinamento atmosferico, se mi muovo, dal tipo di servizi che ho sul territorio e quindi anche dal luogo in cui sono nato, se in una regione o in un’altra dello stesso Paese. Invecchiare bene oggi è anche un colpo di fortuna. Non trova?

Intanto io ho 72 anni e non mi sento anziano. Ma ciò detto, in parte sì. Dobbiamo essere chiari sul fatto che siamo il secondo Paese al mondo per aspettativa di vita dopo il Giappone. Da loro l’aspettativa di vita aumenta rispetto all’igiene e probabilmente anche alla sanità, perché come inquinamento non mi pare che stiano andando meglio di noi con tutte le centrali nucleari che hanno e i problemi conseguenti che hanno dovuto affrontare. Da noi, nonostante la nostra sanità è stata depauperata di tante risorse umane e i tagli che sono stati fatti anno dopo anno e i ticket e i superticket che sono stati inseriti, ancora è rimasta la seconda sanità al mondo per fortuna e grazie ai medici rimasti e agli operatori sanitari rimasti, però se continuiamo così rischiamo di arretrare e invece dobbiamo potenziarla perché una delle cause di aumento di aspettative di vita. Certo se uno nasce nella terra dei fuochi, corre rischi molto seri per la salute, perché hanno permesso l’inquinamento del territorio che va risanato e rimesso in sicurezza, perché non abbiamo solo un problema malavitoso. Pensiamo al termovalorizzatore che hanno in centro a Copenaghen, ma senza andare necessariamente così lontano, possiamo guardare a quello di Bolzano che pare essere più all’avanguardia di quello Danese, migliorato tecnologicamente, che rilascia aria salubre. perché quindi non la smettiamo di avere una gestione dei rifiuti ridicola, costosa e deleteria sul piano della salute per la popolazione. Tutti vogliono mandare l’immondizia che si produce nel Comune più vicino. Facciamo delle norme perché ognuno gestisca quella che produce. Sanità, ambiente e igiene sono gli elementi che allungano la vita.

Cuneo fiscale e lotta all’evasione fiscale. Avete chiesto triplice concretezza e impegno chiaro a questo governo. C’è un cambio di passo nei rapporti con il Conte bis o solo un cambio di toni? perché non si capisce con chiarezza dove ci sia discontinuità con il governo precedente. Forse sul clima?

Sul clima c’è qualcosa. Sull’evasione certamente, ricordiamoci che il primo governo Conte aveva fatto il bonus per l’evasione. Il problema vero che abbiamo sul fisco è che se tutti pagassimo regolarmente pagheremmo tutti di meno. I nostri lavoratori e i pensionati pagano più tasse di tutta la media europea. Le tolgono direttamente dalle buste paga. Il fisco è una chiave importante, ma questa è una Finanziaria con poche risorse, ma sono insufficienti perché c’è la tagliola dei 23 miliardi e mezzo dell’aumento dell’Iva che come ho detto, bisogna evitare che ci prendiamo in giro, perché se i consumatori pagano l’Iva e poi questa non viene versata abbiamo fatto un doppio danno. perché ci costa come evasione ma anche come clausola di salvaguardia. I 23 miliardi e mezzo invece di essere destinati purtroppo alla sterilizzazione dell’Iva potevano essere destinati agli investimenti, alla riforma fiscale e alla possibilità di dare sostegno anche ai giovani e alle donne, sarebbe stato meglio.

I giovani avvertono il sindacato come un luogo alternativo nel quale fare politica, dal momento che c’è una crisi partitica, e quindi al quale avvicinarsi e dove poter crescere, oppure avvertono solo una sfiducia generale nel sistema Italia?

In questi anni di sindacato non sono andato solo a fare assemblee nei luoghi di lavoro, ma anche a fare iniziative con i giovani nelle università, nelle scuole, e anche nelle nostre strutture. A me piace incontrare i giovani perché lo sono stato anch’io anche se non sembra e dico sempre loro di sgomitare perché nessuno regala niente ed è sempre stato così. Quando ero giovane per arrivare dove sono ho dovuto prima chiamare l’ascensore e poi ho dovuto sgomitare tanto per farmi spazio. I giovani devono fare la loro parte e noi non dobbiamo impedirglielo. Se una ragazzina come Greta ha messo in subbuglio il mondo perché la questione ambientale sta mandando alla malora un pianeta ed è l’unico che abbiamo, significa che i ragazzi possono fare molto.

La sicurezza sul lavoro è una storica battaglia sindacale alla quale insieme a Cgil e Cisl non vi siete mai sottratti. Cosa proponete voi di nuovo per affrontarla?

Ho avuto un nonno che è morto per incidente sul lavoro e l’altro per malattia professionale, per me questo è un tema sensibile. Qualche anno fa è stato istituito il reato stradale, ci vuole il reato per morti da profitto. Più crisi c’è più il profitto prevale sulla sicurezza e la salute. Abbiamo una media di tre morti al giorno che dobbiamo piangere, l’informazione non è sufficiente.

Sulla tanto desiderata “unità sindacale”, che dagli anni sessanta è stata riconquistata, segretario, ci tenete molto voi di Uil, con Cisl e Cgil di seguire l’impegno ad agire in modo unitario e quanto più possibile autonomo dai partiti politici.

Una nuova stagione unitaria, abbiamo fatto gli accordi per la rappresentanza, dobbiamo ripartire con l’estendere le Rsu in tutti i settori, in tutti i territori, in maniera da ripartire dal processo unitario di base per realizzare una nuova unità nel nostro Paese. I migliori risultati di mobilitazione e di accordi li facciamo quando siamo assieme. Dobbiamo evitare che ci siano sindacati di comodo e associazioni imprenditoriali di comodo che hanno portato a più di 2/3 di contratti a Cnel che sono contratti pirata. Se faremo questo miglioreremo le condizioni dei lavoratori e dei nostri pensionati.

@vanessaseffer


di Vanessa Seffer