Dai negozi ai condomini: a Roma il “pizzo” dei pusher

Rimpalli di competenza, iter burocratici, numeri unici di centralino che non danno risposte e rimandano ad altri uffici. Questo è oggi lo stato dell’arte nei rapporti tra cittadini e Pubblica amministrazione romana. A questo quadro sconfortante s’aggiunge che la cittadinanza è ripiegata su se stessa, causa le troppe emergenze, non ultima quella criminale. E dopo i tanti negozi dati alle fiamme, le risse e sparatorie tra vari esercenti e tanti bulli, siamo arrivati alla richiesta di “pizzo” ai condomini. Situazioni che credevamo lontane da Roma, quasi geograficamente circoscrivibili a certe realtà del Mezzogiorno.

Fenomeni che ormai assediano Roma. Riguardano periferie come Centocelle ma anche quartieri come Eur-Marconi (a pochi passi dalla stazione di Trastevere). Così, mentre negozi e librerie vengono dati alle fiamme a Centocelle, e perché la gang dei pusher pretende il “pizzo” dai commercianti che non gradiscono lo spaccio, intanto il portiere di un condominio di Viale Marconi viene picchiato da due ragazzi. Motivo? Il portiere avrebbe riferito ai giovincelli che il nuovo amministratore del condominio (incaricato da circa un annetto) non intenderebbe pagare il diritto alla tranquillità ad una locale banda d’estorsori. Così, mentre l’uomo (un portinaio d’origine abruzzese) sedeva nella guardiola, ha visto entrare fulminei i due balordi: il casco sul capo l’avevano mantenuto per non farsi riconoscere da condomini e passanti, ed intanto andavano giù di botte col malcapitato. Nel condominio, popoloso ed abitato da brava gente, regna un misto d’incredulità e sgomento. Perché quando succedono certi fatti si rimane interdetti, si pensa di vivere un incubo forse condizionato dalle notizie di giornali o film di camorra. Il portiere è stato condotto ad un pronto soccorso, medicato e suturato con vari punti. Il consiglio che danno gli operatori di polizia è denunciare l’accaduto, soprattutto segnalare le pressioni mafiose su condomini, negozi, botteghe. Ma la gente ha paura (soprattutto i condomini) e qualcuno suggerisce che se si dovesse trattare di poco, conviene pagare. Ma le gang di ragazzini (per lo più giovani pusher) non conoscono limiti, e dal prendersi l’unghia del mignolo passerebbero in breve a tutto il braccio. Quindi converrebbe stroncare il fenomeno al suo sorgere. Perché se i balordi dovessero alzare la posta, inizierebbero a scippare, nei pressi del condominio, i pensionati che si recano a fare la spesa, per poi passare alle fatidiche bombe carta al portone (agevolati anche dall’imminente Capodanno). C’è da credere non si tratti di un fenomeno isolato e che l’omertà mista al “pago per non avere rogne” stia mantenendo il coperchio sulle estorsioni in danno di negozi ed abitazioni.

Esperti della criminalità romana ci confermano che, con l’estinzione dei Casamonica e di altre “famiglie”, i pusher avrebbero preso il controllo del territorio. I pusher basano il loro impianto criminale sulla compravendita di sostanze stupefacenti. Un segmento che necessita di continue risorse economiche, importanti rivoli di danaro.

Ecco l’escalation delle violenze: l’omicidio di Luca Sacchi fatto da due pusher, la Pecora Elettrica data alle fiamme dalla gang dei pusher, i negozi di Centocelle incendiati e devastati dai bulli dello spaccio. Piccoli criminali crescono: fino a quattro anni fa erano semplici bulletti, alcuni di loro facevano spola tra tifoserie e “banda delle macchinette” (la gang delle microcar che ha tentato violenze a donne in zona Corso Francia: circondavano le donne sole in auto). Il fenomeno della “banda delle macchinette” è stato certamente silenziato, e perché qualche dirigente di polizia s’era accorto per tempo che molti figli di medici, avvocati e professionisti in vista, facevano parte della combriccola. Oggi basterebbe dare qualche occhiatina alle carte dei commissariati di zona per accorgersi che molti giovincelli (ex banda delle macchinette) sono sottoposti a misure restrittive, di controllo ed obblighi sociali vari: si tratta di ragazzi che, per i troppi impegni dei genitori, hanno preso una cattiva strada. Altri giovani sono andati oltre ed oggi occupano il terreno sgombrato dalla vecchia malavita romana. In parole povere questi ragazzotti stanno percorrendo lo stesso tragitto che portò la Banda delle Magliana a sostituire la vecchia mala degli “er più”, e all’indomani della morte di “Er Pantera”: l’ultimo uomo di coltello cedeva il passo a violenti ragazzi con la pistola.

Emerge il quadro di una Roma allo sbando. Il Comitato provinciale per l’Ordine e la sicurezza ha il suo fulcro nel primo cittadino (Virginia Raggi) coadiuvata da Prefetto e Questore. Ma in una Roma delle tante emergenze la sindaca non ha certo tempo da dedicare a negozi incendiati e portieri malmenati perché l’amministratore s’impunta a non voler pagare il pizzo.

Aggiornato il 11 novembre 2019 alle ore 15:59