Dalle Alpi all’Onu: risoluzioni sulla tutela della montagna

Tutelare, valorizzare e conoscere il territorio della montagna può divenire un volano di iniziativa economica, sociale e l’Italia, considerata la sua ubicazione geografica, ha il dovere di comprendere a fondo come riuscir a valorizzare al meglio tale contesto. La Risoluzione su montagna e sostenibilità, presentata dall’Italia insieme al Kyrgyzstan, è stata adottata per consenso dalla Seconda commissione dell’Assemblea generale Onu, con l’adesione di 80 stati membri. “Con questa Risoluzione suoniamo un campanello d’allarme sull’impatto che cambiamento climatico e degrado ambientale stanno avendo sulle montagne, tra le regioni più esposte ai sempre più frequenti fenomeni catastrofici collegati all’innalzamento delle temperature globali. A sua volta, il deterioramento dell’ecosistema delle montagne, tramite lo scioglimento dei ghiacciai, ha pesanti conseguenze su tutto il pianeta.

L’Italia è convinta che sia necessario un impegno rafforzato della comunità internazionale per proteggere questi ecosistemi e la loro biodiversità, ponendo al centro azioni volte a promuovere la resilienza delle comunità e il ruolo delle donne, cui molto spesso è affidata la gestione delle risorse naturali montane. Per uno sviluppo sostenibile delle regioni montane è indispensabile un approccio fondato su evidenze scientifiche, sulla tutela dell’ambiente e sull’inclusione di tutti gli attori rilevanti, principi che promuoviamo attraverso il Focus Group sulle Montagne, fondato e presieduto da Italia e Svizzera, e sostenendo la Partnership per le Montagne”, hanno affermato i diplomatici italiani che hanno elaborato e presentato la risoluzione in sede di Commissione.

L’iniziativa si inserisce nella cornice dell’impegno italiano per l’azione climatica, lo sviluppo sostenibile e l’Agenda 20-30 dell’Onu. La risoluzione torna ad aprire un dibattito interessante sullo sviluppo sostenibile delle montagne, preservare la loro portata sociale ed economica e comprendere, anche con la creazione di focus internazionali, come avviare una serie di iniziative per sostenere e far crescere una sana “geopolitica delle montagne”. Ricordiamo che a partire dagli anni Sessanta nuovi modelli di civilizzazione, incentrati sul ruolo delle metropoli industriali, hanno incominciato a svuotare le valli e le montagne della nostra penisola e in particolare le zone alpine dei loro abitanti.

Da qualche anno, nuove sensibilità verso la vita in montagna si vanno delineando in tutte le Alpi italiane. Queste ultime sono la parte che più ha sofferto la marginalizzazione per ragioni di ordine politico e culturale. Tentare di comprendere i meccanismi di funzionamento dell’attualità delle montagne può dare risalto alle comunità locali e tali meccanismi possono essere diffusi anche in altri contesti simili, in tutto il nostro globo. Tematiche che affrontano l’attualità, la vita e la sostenibilità delle nostre comunità montane. “Il territorio del nostro Paese è fragile e le conseguenze dell’abbandono dei territori, verificatosi sulle Alpi e sugli Appennini, vengono pagate a caro prezzo anche dagli insediamenti urbani e produttivi in pianura”. Lo ha ricordato, recentemente a Belluno, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Una visione condivisa dal presidente della provincia di Belluno, Roberto Padrin, che ha sempre posto come priorità non rinviabile la valorizzazione, la tutela e lo sviluppo della montagna.

Creare sinergie fra i diversi attori della filiera. Un tema attuale per il Bellunese, ma anche per tutte le altre aree montane che coprono oltre i due terzi della penisola. “La fiera di Longarone, la Fiera delle Dolomiti, è l’unica vera fiera della montagna di tutta Italia: dobbiamo sempre analizzare lo stato dell’arte e ciò che si è fatto in questi mesi per la nostra montagna” ha recentemente spiegato Gian Angelo Bellati, presidente di Longarone Fiere che pone la montagna e le foreste al centro di attività fieristiche internazionali. “Una” straordinaria occasione di confronto, di verifica della situazione attuale e di prospettiva di un patrimonio che dovremo salvaguardare, tutelare e valorizzare.

È un lavoro impegnativo che ci porterà per diversi anni a guardare le montagne e i boschi con un occhio diverso. Gran parte dei nostri boschi sono certificati, hanno grande valore per diversi ambiti economici”, ha ribadito, in occasione dell’avvio delle attività fieristiche dedicate alla montagna, il presidente della provincia di Roberto Padrin. Una consapevolezza che trova diffusione anche a livello continentale, confermata dalla collaborazione nell’ambito di alcune iniziative della Regione Veneto, di quella del Friuli Venezia Giulia, con il Land della Carinzia e confermata dalla risoluzione internazionale presentata dall’Italia con il Kyrgyzstan, in sede Onu. Il contesto montano come valore aggiunto per turismo, occupazione e sostenibilità ambientale.

Aggiornato il 03 dicembre 2019 alle ore 12:57