Non è un Paese per malati

Quasi mezzo milione di nostri concittadini non ha le risorse per pagarsi i farmaci necessari alle proprie cure. È questo il risultato allarmante che è emerso dal Settimo rapporto sulla povertà sanitaria in Italia, presentato mercoledì scorso a Milano dalla Fondazione Banco Farmaceutico Onlus e BFResearch.

Nello specifico, 473mila persone indigenti non hanno potuto acquistare i farmaci di cui necessitavano per motivi economici; ma, a ben vedere, le difficoltà non riguardano solo i poveri poiché è emerso che nel complesso quasi 13 milioni di italiani, almeno una volta nel corso dell’anno, hanno rinunciato per motivi economici a sottoporsi a visite mediche e accertamenti di controllo tra più raccomandati, quali mammografie, pap-test, ecc..

In media ogni persona spende 816 euro l’anno per curarsi, e questi scendono a 128 per i soggetti più indigenti e per l’acquisto di farmaci non coperti dal Sistema Sanitario Nazionale, le famiglie non povere sborsano il 42 per cento del proprio budget sanitario contro il 62,5 per cento di quelle povere. Quest’ultimo dato è da ricondurre proprio all’impossibilità delle famiglie meno abbienti di investire in prevenzione, incorrendo così in patologie che sarebbero facilmente evitabili se opportunamente anticipate. E la situazione già drammatica si aggrava ulteriormente nel caso di famiglie povere con a carico figli minorenni, poiché la spesa per la prevenzione viene abbandonata nel 40,6 per cento dei casi contro il 37,2 delle famiglie povere ma senza figli.

Particolarmente significativa è anche la somma che le famiglie povere spendono in cure dentistiche ed odontoiatriche: solo 2,19 euro contro i 31,16 del resto della popolazione. Non è un caso, infatti, che la salute trasandata del cavo orale sia un indicatore piuttosto preciso dello stato di povertà.

In Italia, le famiglie con figli minori, sia povere che non, sono penalizzate nell’accesso alle cure e, per ragioni economiche, devono rinunciare o rinviare delle cure in misura superiore alle altre. Speriamo che questo rapporto contribuisca alla presa di coscienza di tale situazione”, ha commentato Sergio Daniotti, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico Onlus.

E in linea con tali dichiarazioni, risale al 21 novembre, nel corso del Forum Ansa, anche l’intervento del ministro della Salute, Roberto Speranza, con il quale ha sottolineato come siano oltre 4 milioni gli italiani che rinunciano a curarsi e di come “bisogna riportare dentro il Servizio sanitario nazionale i troppi italiani che non si curano come dovrebbero per motivi economici”. Ed ha proseguito affermando che “l’idea è proprio un bilanciamento nella spesa per il ticket”. Oggi, infatti, per una ecografia mammografica “si pagano 36 euro sia se sei miliardario sia se sei un operaio ex-Ilva; questo principio può però essere superato con un bilanciamento di spesa volto a favorire chi ancora resta fuori dal Ssn, stando però attenti a non spingere fuori dal sistema i redditi più alti; il Servizio sanitario deve cioè comprendere tutti”.

La speranza è che l’attenzione su questa difficile situazione possa portare presto dalle parole ai fatti.

Aggiornato il 10 dicembre 2019 alle ore 12:49