Amadeus, un Sanremo tra sessismo e contraddizioni

Sì, certo, l’ossessione del sessismo ci ha davvero preso la mano, il braccio e soprattutto il cervello, in particolare colonizzando la parte destra, quella specializzata nell’interpretazione emotiva, per intenderci.

Le polemiche scaturite dalla frase pronunciata dal prossimo conduttore del Festival Sanremo, Amadeus, quando ha presentato e motivato la scelta della modella Francesca Sofia Novello tra le conduttrici che ha voluto per il Festival, rientrerebbero, dunque, nello stucchevole calderone delle ottuse diatribe che da anni a turno investono il personaggio, ops anche “la personaggia”, di turno cui capiti, anche inavvertitamente, di utilizzare una qualche espressione dell’ampio ventaglio di presunte offese e denigrazioni del genere femminile. Roba da istituire con urgenza una commissione parlamentare, insomma.

Amadeus avrebbe potuto, dovuto, calibrare meglio le sue parole e forse contenere l’entusiastico afflato con cui ha voluto omaggiare la modella Francesca Sofia Novello, fidanzata di Valentino Rossi, ed avvalorare le ragioni della scelta di una ragazza dal profilo professionale in realtà estraneo al mondo delle conduzioni televisive. Tanto più in epoca di ricuciture aziendali in cui si sono volute valorizzare anche nel Festival canoro alcune risorse interne. Un buon tacer non fu mai scritto e al pubblico si sarebbe potuto lasciar il compito di farsi un’idea su ciò che effettivamente è: la modella Francesca Sofia Novello è stata scelta perché è la bella fidanzata di Valentino Rossi, e avrà tempo di dimostrare quanto e se sarà brava. Prospettiva che non sarà minimamente compromessa dall’averla Amadeus presentata anche come “una splendida donna”.

Certo, sì, è triste che Amadeus non sia riuscito a trovare una sola altra qualità rispetto all’ormai famoso “passo indietro” di una delle conduttrici da lui scelte per affiancarlo. Nulla di più ma questo attiene alle abilità  del singolo. Fatta salva dunque la prospettiva futura di autodeterminazione della Novello, il punto un altro. A fare dell’uscita del conduttore di Sanremo una indubitabile gaffe non è tanto il contenuto dell’espressione riferita alla modella (“è capace di stare un passo indietro al suo fidanzato”), così politicamente scorretta e tanto disallineata con il pervasivo “metooismo”, l’”anti-testosteronismo” e le restanti truppe cammellate del femminismo intermittente di questo nostro Paese. No, il fatto, mediaticamente ragionando con l’altra parte del cervello, quella sinistra, depositaria e produttrice del linguaggio e soprattutto del pensiero logico-razionale, è che nel paniere di co-conduttrici di cui Amadeus ha voluto accompagnarsi per la conduzione di Sanremo, alla fine l’ha spuntata anche l’indomita Rula Jebreal, che al Festival della canzone ha il compito di parlarci proprio di sessismo, di penalizzazione e di violenza sulle donne. Su questo Rula ci farà la sua tirata morale. Chissà, magari proprio dopo aver illustrato ad Amadeus la sua difficoltà nel dover affrontare l’argomento sessismo su cui tutto si è già detto ed essendosi forse sentita rispondere di non preoccuparsi e di stare attenta alle sue dichiarazioni durante la conferenza stampa.

È vero che in questo regno delle antinomie che è diventata l’Italia, specialmente quella mediatica, la contraddizione innescata involontariamente in conferenza stampa da un poco centrato Amadeus sarebbe da considerare poca cosa, degna tutt’al più di un sorriso, specialmente da parte di noi donne. Nulla di abrasivo, ammettiamolo, sempre che l’ossessione di scantonare, dribblare e affogare pensieri ed espressioni passibili di evocare discriminazioni, seppur indistinte e vaghe, non detti l’agenda all’italico pensiero. Ma l’ha detta. L’ipocrisia da decenni furoreggia e si pavoneggia nel far da corrimano al pubblicamente dicibile ed a ciò che si può scrivere, facendo invece volentieri lo sgambetto a ciò che il pensiero dominante impone sia indicibile e che quindi censura prima ancora che prenda la forma e la sostanza della voce dal sen fuggita, come invece accaduto al prossimo conduttore del Festival della canzone italiana che ora ha poco agio nel tentar di richiamarla a sé, ricevendo, invece, tutti gli strali imbevuti nel veleno del conformismo. Anche perché insieme al cachet che si intasca Amadeus per condurre la trasmissione televisiva con il maggior numero di ascolti del Paese dovrebbe essere compreso anche l’obbligo, prima della conferenza stampa, di dotarsi di una visione d’insieme del contesto così come di un bisturi mentale necessario a ritagliarsi “le parole adatte per dirlo”. Che cosa? Qualsiasi cosa. Magari mettendo a fuoco che se chiami Rula in una puntata a parlare del quotatissimo argomento “sessismo” è utile evitare di scivolare sul pubblico elogio del “passo indietro...” che un’altra delle conduttrici saprebbe mantenere rispetto al suo famoso fidanzato.

 

 

 

Aggiornato il 17 gennaio 2020 alle ore 16:57