Dieci domande al Coronavirus

Caro Coronavirus ti scrivo. Anzi, ti... intervisto. In primo luogo: da dove vieni? Dall’animale? O da un laboratorio fuori controllo? I complottisti sostengono la seconda ipotesi e, comunque sia, giurano che il tutto si stia svolgendo avvolto dalle nebbie dense e inquietanti della nuova Guerra fredda economica tra Usa e Cina. I normali, invece, studiano sapientemente il salto di specie e indagano discretamente sui rischi reali del wet market (in quei mercati all’aperto gli animali si acquistano vivi e vengono poi uccisi dinnanzi all’acquirente, praticando rituali tradizionali).

Altra questione: quanto duri sulle... cose? Cioè, un operaio infetto, ma asintomatico, addetto a una delle catene di produzione di valore (magazzini, impianti industriali, stazioni di imballaggio e spedizioni di merci, etc.) che tocca con mani non protette e contaminate da tracce di saliva merci che vanno in tutto il mondo per migliaia di item, quale probabilità ha di infettare gli ignari acquirenti? Altra domanda: sei nato grazie alla globalizzazione o esistevi in pace e in quiete prima di lei? E chi e come ti ha scatenato, in quest’ultimo caso? In secondo luogo: come mai megalopoli come Roma e Milano dove vivono le più grandi comunità cinesi, che nessuno è in grado di controllare nei flussi e tantomeno nei loro spostamenti nel tempo, risultano immuni da te, almeno fino a ora? Non è che tu sparisci dopo aver colpito, esattamente a quanto accade di norma qui da noi per cui i... cinesi non muoiono mai, come si favoleggia nel web e sui social?

Infatti, se chiedi a milioni di romani, tutti possono giurare di non aver mai visto un funerale di un defunto cinese immigrato. Per cui le più scettiche malelingue pensano che tu stia invadendoci per quegli stessi, misteriosi canali, magari prendendola con anonimi medici allogeni che curano qui da noi, a casa loro, i malati della comunità, evitandone il trasferimento nelle unità ospedaliere specializzate. Ma, certo, queste sono affabulazioni di pura fantascienza, in mancanza di riscontri ufficiali autorevoli. Ma tu, sei davvero un castigo del cielo, quello cioè che nella Cina imperiale durata millenni era un segno di remissione del mandato celeste che faceva dell’Imperatore una divinità ma che, nel caso del tuo sgradito arrivo, causava la sua caduta e quello della dinastia di appartenenza? Xi lo sa? Ma non è tanto il tuo carattere pandemico che lo preoccupa, quanto il fatto che la tua sola esistenza prolungata in vita farebbe vincere agli Usa quella famosa Seconda Guerra Fredda della Global Economy stando semplicemente alla finestra! Ora, ci dovresti dire come sei messo in Africa, se hai già fatto visita a qualcuno o a molti ma, come in tante altre parti del mondo che non praticano la trasparenza, ti fanno il torto di nascondere i tuoi... successi epidemici?

Però, un aspetto geniale ce l’hai, lo riconosco. Ci credevamo onnisciènti e onnipotenti con i nostri gadget digitali che ci portano il mondo a casa e ci fanno conoscere di tutto, senza però che noi si abbia più la capacità di capire e analizzare (tanto, c’è chi lo fa per noi...) i loro contenuti mediatici, e invece tu hai portato una ventata di assoluta novità rendendoci impotenti, spaventati e così tanto ancestralmente infantili! Essendo noi rimasti senza fede, sostituita dall’idolatria verso il nuovo, onnipotente Dio Algoritmo (che edifica la sua chiesa planetaria in ogni smartphone), non abbiamo risposte trascendenti e consolatorie da darti in risposta al tuo... avvento. Vorremmo solo capire: si guarisce definitivamente da te, o fai come un’Herpes ultramoderno che ti disattivi e ti riattivi quando ti pare, prendendo in giro il nostro sprovveduto, a quanto pare, sistema immunitario? Ancora più importante: quali sono i tuoi tempi di mutazione? E come sarai nella prossima fase? Più cattivo o innocuo? E quanti... fratelli hai in incubazione? Per ora, a quanto pare, ti stai comportando bene come un Nerone: congedi dalla vita chi è già molto malato, ma risparmi i bambini, futuro del mondo. Un’altra tua grande lezione è la seguente: nella globalizzazione e nelle migrazioni incontrollate tu sei il Cigno Nero, l’evento imprevisto e devastante che mette fine all’illusione di Fukuyama della Fine della Storia e ripristina l’assoluta necessità del recupero della Identità delle singole comunità nazionali che, infatti, hanno ritrovato grazie a te i loro confini geografici e culturali! Però, dai: spero che tu perda presto la... corona!

Aggiornato il 25 febbraio 2020 alle ore 12:02