Amministratori di condominio: va riconosciuto lo status di professionista

mercoledì 25 marzo 2020


Questo ultimo mese è stato caratterizzato da una serie di provvedimenti urgenti da parte della presidenza del Consiglio dei ministri, del ministero della Sanità e delle Regioni a causa della pandemia Covid-19. Tutta questa serie di provvedimenti ha avuto lo scopo primario di contenere al massimo l’emergenza sanitaria contando molto sul distanziamento sociale delle persone, in attesa di efficaci ed auspicabili soluzioni farmacologiche. In questo contesto molte categorie di lavoratori sono state sospese, in particolare tutte le attività produttive industriali e commerciali, ad eccezione di quelle indicate nell’allegato 1 del Decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 22 marzo 2020.

Tale elenco è stato dettagliato partendo dal codice Ateco che identifica l’attività produttiva. Gli amministratori di condominio sono inquadrati con il codice Ateco 68.32, una delle categorie di professionisti non comprese nell’allegato 1, malgrado nello stesso siano state incluse tutte le altre. Purtroppo la ghettizzazione degli amministratori di condominio viene da lontano, poiché anche con la riforma della legge 220 del 2012 non si è voluto fornire all’amministratore condominiale lo status di professionista relegandolo, successivamente, tra coloro che svolgono attività professionali non regolamentate con la legge 4 del 2013.

Alla luce del Dpcm si è così venuto a creare un serio problema di interpretazione del ruolo dell’amministratore di condominio. È un professionista che può-deve svolgere la sua attività in funzione di quel contributo sociale al quale è chiamato normalmente a fornire un contributo costante e sostanziale oppure deve limitare la sua attività al punto di non poter supportare i dipendenti degli edifici (che comunque lavorano!) con la sua preziosa attività di coordinamento?

Noi amministratori di condominio siamo tutti più che convinti che la nostra attività sia fondamentale affinché le attività produttive a noi collegate abbiano il supporto indispensabile di chi deve coordinarle. Basti pensare ai portieri degli stabili che abbiamo dovuto supportare fornendo mascherine, guanti, prodotti per la sanificazione, informative corrette in merito ai comportamenti da tenere integrando i Documenti valutazione rischi esistenti. È auspicabile che, una volta superato questo terribile momento, si facciano carico di far riconoscere in via definitiva lo status di professionista agli amministratori di condominio, spina dorsale silenziosa del comparto immobiliare privato.

(*) Amministratori professionisti


di Raffaele D’Angelo e Paolo Caprasecca