Il focus Italia come laboratorio di propaganda per le dittature del globo

Il focus Italia e il rapporto tra pandemia e “aiuti” umanitari provenienti da Paesi che violano tutte le regole dello stato di diritto diviene oggetto di analisi da parte di numerose organizzazioni internazionali.

Cina, Russia e Cuba hanno prontamente risposto con azioni concrete di emergenza alle vicende che da marzo hanno colpito la nostra Penisola. Il 13 marzo la Cina ha inviato per la prima volta nove medici e 30 tonnellate di attrezzature. Successivamente, ulteriori medici e forniture sono state inviate nelle regioni del settentrione italiano. Il 22 marzo, una brigata medica cubana composta da 37 medici e 15 infermieri è arrivata in Lombardia e quattro giorni dopo il governo russo ha organizzato almeno 15 voli militari per trasportare attrezzature mediche, prodotti farmaceutici e personale medico-militare, tra cui esperti di protezione nucleare, biologica e chimica.

Le autorità di Pechino, che sono state eccellenti maestri nel creare confusione tra attrezzature acquistate e quelle donate, con le spedizioni in Italia, hanno offerto la possibilità di invertire la narrativa esistente, presentandosi come protagonisti mondiali nella lotta contro il coronavirus, facendo calare l’attenzione sulla censura applicata alle origini sulla diffusione della pandemia. La propaganda ufficiale è stata accompagnata da campagne di disinformazione sui social media: video di italiani riconoscenti che cantano l’inno nazionale cinese dai balconi di casa sono diventati virali e i tweet che usano gli hashtag #GrazieCina e #forzaCinaeItalia sono stati promossi artificialmente attraverso l’utilizzo di “bot” sui social e nei canali di messaggistica.

Un obiettivo raggiunto con grande successo e confermato grazie ad un sondaggio Swg di marzo che ha rilevato che il 52 per cento degli italiani considera la Cina come una nazione amica, quando la percentuale era del 10 percento a gennaio. Allo stesso tempo, i media cinesi hanno manipolato le parole di un medico italiano per sostenere che il coronavirus sia nato in Italia e non a Wuhan.

Intanto, anche le politiche interne della Cina contro l’emergere di ogni focolaio di democrazia e diritto iniziano ad avere ulteriore successo, grazie alla cancellazione di formazioni politiche della dissidenza. La polizia di Hong Kong ha arrestato 15 persone tra politici ed attivisti, protagonisti delle proteste l’anno scorso. Tra loro, Martin Lee fondatore del Partito Democratico locale, Jimmy Lai, proprietario del quotidiano anti Pechino “Apple Day” e Lee Cheuk Yan, politico e noto attivista. L’accusa è di aver partecipato o organizzato manifestazioni non autorizzate. La maggior parte degli arrestati è stata rilasciata su cauzione in attesa di processo. Secondo Lee Cheuk Yan, questi arresti, condannati dal governo britannico, statunitense e australiano, aiutano a garantire che i potenziali candidati alle prossime elezioni in autunno, che riguardano il Consiglio legislativo in cui Pechino detiene la maggioranza, non possano candidarsi. Infatti, i candidati non potrebbero correre se condannati ad una pena detentiva di tre mesi. La realizzazione di un disegno perfetto che vede la cancellazione della dissidenza democratica al proprio interno e la creazione di un’immagine di umanità e amicizia all’estero e nelle oramai fragili democrazie reali del continente europeo. Altro esempio efficace è stato quello russo.

Il programma di aiuti da Mosca, etichettato “Dalla Russia con amore” ha fatto emergere numerosi interrogativi sul rapporto tra strategia militare e interferenza politica. Secondo l’Organizzazione “Freedom House”, lo scopo russo era quello di collocare agenti militari in Italia, stabilire un rapporto militare che potesse diventare un cuscinetto tra Roma e i suoi alleati della Nato. Fonti interne all’Italia hanno riferito che fino all’80 per cento delle apparecchiature trasportate dalla Russia siano state inutili e utilizzate come pretesto per operazioni di intelligence. Dopo che il giornale La Stampa ha pubblicato inchieste sui pacchetti di aiuti di Mosca, un portavoce del ministero della Difesa russo ha minacciato il giornalista e il giornale stesso in una dichiarazione scritta comparsa ufficialmente su Twitter. Considerando la gravità di tale intimidazione, i politici di tutto lo spettro politico italiano hanno denunciato tale atteggiamento e hanno chiesto le scuse dal governo russo che non sono arrivate.

Anche Cuba ha giocato le sue pedine. La brigata di medici e infermieri cubani che sono giunti in Italia brandendo foto di Fidel Castro è stata la delegazione accolta più calorosamente dai media e dai politici italiani. Mentre il governo cubano promuove il suo programma medico internazionale come un trionfo di solidarietà internazionale con le persone bisognose in tutto il mondo, più di 100 medici cubani hanno disertato e depositato una testimonianza presso la Corte penale internazionale (Icc) in cui hanno riferito che le condizioni di lavoro che vivono sono assimilabili alla schiavitù moderna. Secondo le denunce depositate, la metà dei medici, giunti in Italia, non si è volontariamente unita alle missioni all’estero e molti di costoro non avevano alcuna conoscenza di dove sarebbero stati inviati. Una volta che i medici sono giunti in Italia, i loro passaporti sono stati confiscati da un funzionario cubano, sono stati monitorati dal personale di sicurezza cubano e gli è stato chiesto di trasmettere informazioni sui loro spostamenti. Inoltre, secondo quanto riferito, tra il 75 e il 90 percento degli stipendi pagati dai Paesi ospitanti è stato trattenuto dalle Autorità cubane. Il tempo è sempre galantuomo e anche nei giochi politici internazionali delle varie dittature sul nostro pianeta, la verità, gli interessi e la violazione dei diritti fondamentali prima o poi emerge.

Gli italiani hanno il dovere di capire dove le attuali istituzioni politiche nazionali stanno spingendo per le future alleanze nello scenario politico globale.

Aggiornato il 28 aprile 2020 alle ore 11:20