Llorenç Lluell è un avvocato e imprenditore che vive e opera tra Barcellona e Andorra. È sovrano gran commendatore del Supremo Consiglio d'Andorra, che vanta Logge in molti paesi del mondo. Inoltre, è un colto e raffinato intellettuale e come tale ha dato alle stampe diversi volumi, fra i quali una raccolta di liriche dal titolo: Perinde ac cadaver.

Chi è Llorenç Lluell? Uno studioso, sperimentatore? Un filosofo? Un illuminato? Un avvocato d’affari? Un abile giocatore? Un Professore? Un conferenziere? Un massone per nascita e convinzione? Un Nobile, scrittore e poeta?

Siamo ciò che ci viene riconosciuto. Sono un profugo del diritto e della Pubblica amministrazione da molti anni. Mi considero un imprenditore e presiedo una fondazione internazionale anche di ambito privato, sono, infine, vicepresidente dell’Istituto massonico di Spagna. Non esistono massoni per nascita, anche se mio nonno e mio padre lo erano.

Chi o cosa ha contribuito a plasmare e strutturare il Lluell di oggi? Maestri di vita? Contatti sociali? Amici? Riferimenti culturali, filosofici, movimenti ispiratori? È frutto di opportunità, del caso o degli eventi? Del fato o della volontà? Delle scelte che ha operato? Dei cambiamenti di vita che ha subito o voluto? Degli obiettivi che ha perseguito?

Ovviamente, un po’ di tutto. E in base alla domanda, devo dirle che sono un uomo di notevole esperienza, considerando che l’esperienza è la somma degli errori. Certo che ho avuto e ho maestri di vita. Un’altra cosa sono i falsi profeti che appaiono sempre nella nostra vita, in tutti i loro aspetti. Sono quelli, che si dichiarano iniziati che custodiscono la verità, che ci rivelano all’orecchio certi misteri che non sono sempre inoffensivi. Ora, il futuro è così incerto che la gente cerca certezze, velocemente, e crede di trovarle nel web: il paradiso del truffatore “iniziatico”.

Quale è il senso operativo per un Massone di oggi? Nel suo recentissimo testo sulla Massoneria transazionale enuncia una concezione esoterica che travalica ogni confine. In alcune interviste parla con ammirazione e spunti critici sull’appartenenza all’Istituzione nel nostro Paese, enunciando i suoi progetti sull’Italia. Perché proprio l’Italia? E come Spagna e Italia potrebbero collaborare?

Prima di tutto, desidero esprimere il mio rispetto per quella schiera di massoni di base, che non aspirano ad altro che prendere parte al dibattito sui grandi dilemmi, per contribuire a costruire il futuro della massoneria e della società. Il senso operativo per un massone è la sua costruzione come cittadino e la sua ricerca interiore. L’esoterismo massonico lo abbiamo sempre definito come un processo di introspezione, di ricerca e di vissuto spirituale, per il cammino che dobbiamo percorrere attraverso le due grandi capacità di cui Dio ci ha privilegiato: la ragione e la fede. Insisto, credo che la massoneria si faccia nella Loggia e nelle Obbedienze si fa qualcos’altro. Qualcosa che molte volte non si sa cosa sia. Limitando il lavoro massonico, trasmettendolo male e paragonandolo ad un’organizzazione profana. Oggi, che la psicanalisi torna a essere una terapia per ricchi che hanno tempo, perché sanno che conoscere se stessi è molto meglio che curarsi, potremmo essere più di moda! Ah Ah! Perché è quello che facciamo in Loggia. E sa che Sigmund Freud era un massone? Che per diffondere la sua opera psicoanalitica ha progettato un’organizzazione, la “Società del mercoledì”, costruita con una struttura similare a quella di una loggia massonica. Certamente, non esiste per ciò che mi riguarda nessun progetto per l’Italia, né c’è un tema di collaborazione tra paesi. La transnazionalità è vera massoneria di Loggia, non ci sono definizioni profane, né nazionalismi di alcun tipo nella massoneria. Non siamo una religione, non parliamo di politica, in Loggia.

Massoneria visibile e invisibile si legge nel suo libro; nel nostro Paese la trasparenza è un requisito indispensabile e il 2° comma dell’articolo 18 della Costituzione proibisce qualsiasi tipo di associazione segreta. Una sua riflessione in merito, in quanto in un’Europa Unita, anche il diritto di Associazione potrebbe essere ugualmente disciplinato.

In ogni paese democratico la trasparenza è un requisito indispensabile e ovviamente il rispetto della legge. Questo va prima di tutto. La massoneria è un autentico ordine e organizzazione iniziatica, simile a quelle che hanno dato vita ai misteri dell’antichità greca o egiziana, l’unica che è sopravvissuta come tale nell’Occidente moderno. In essa confluiscono le più diverse correnti dell’esoterismo occidentale e orientale, dal pitagorismo al neoplatonismo, dalla Cabala ebraica all’eredità celtica e druidica, dai misteri egiziani o mitraici, alla mistica e all’esoterismo cristiano. La massoneria ha molti ologrammi e fuori della loggia il massone, per la maggior parte, non ha idea del piano che si sviluppa intorno a lui. Fuori della loggia c’è un nucleo interno invisibile che protegge la rete che illumina la loggia stessa. Permettetemi di citare uno scritto anonimo: “Ascoltiamo le parole del rituale. Il vero segreto della massoneria è che le sue idee sono rivoluzionarie, radicali e pericolose per coloro che calpestano la dignità umana e promuovono l’ingiustizia. Come istituzione siamo non politici, ma come individui possiamo prendere e mettere in atto le idee della massoneria ogni giorno della nostra vita. Ascoltiamo le parole del rituale e le usiamo per risolvere i problemi quotidiani. Solo allora ciascuno potrà migliorare sé stesso e facendolo migliorerà il mondo”.

Nei mesi del Covid-19, un isolamento forzato le ha dato l’ispirazione a produrre scritti, riflessioni, progetti. La Massoneria, almeno in Italia, sembra soffrire diversi mali. Tende a essere retorica, autocelebrativa e i suoi membri hanno un’età anagrafica elevata. Non vi è il rischio che si trasformi in un club per anziani, ove i concetti “libertà, uguaglianza, fratellanza” siano un modo di dire e niente di più?

Evidentemente, questo isolamento mi ha reso un po’ disciplinato e questo porta, nel mio caso, a leggere, scrivere e parlare a distanza con amici e conoscenti. Sebbene io scappi abbastanza, per quanto possibile, dalla schiavitù della rete. Mi rifiuto di essere sepolto sotto la cacofonia delle stesse. Tuttavia, le nuove tecnologie ci rendono più deliberativi e partecipativi. E questo è un pericolo per la democrazia di massa, il cui figlio è il fascismo di sinistra o di destra, una religione laica. I fascisti “da manuale” hanno bisogno di paura e odio, come capro espiatorio, per non perdere la loro posizione dominante. E la massoneria sociale, oggi come oggi, non esiste. Non si può ignorare che i rapporti sociali sono legati alle tecnologie. Bisogna quindi riconoscere un nuovo modo comune di essere, di pensare e di agire. E all’orizzonte si vede il sogno di una comunità virtuale. La massoneria non può esserne estranea a tutto ciò. Internet ha sostituito gli intellettuali con gli esperti. L’influenza dei pensatori è sempre più ridotta, questo si riflette molto sul modo con cui oggi affrontiamo la disgraziata crisi del Coronavirus. Ora gli esperti, sono tertulliani, e a loro volta, consigliano i politici. E così non va. Chi fa più rumore ha ragione, senza argomenti, senza aggiungere altro. Si ascolta più Greta Thunberg che il filosofo Bruno Latour, grande esperto di clima. Non ci si rende conto che le menti più brillanti del dibattito pubblico sono state portate nel campo dell’ostracismo? Non fanno parte del “mi piace”. Massoneria, un club per anziani? Se parliamo di tradizione, è un’altra cosa, ma parlare di anziani non rientra nel mio schema intellettuale. È abbastanza difficile calcolare il numero dei membri dell’Ordine a livello mondiale, per quel universalismo sempre proclamato. Anche se si può convenire oggigiorno, in otto milioni, accettando le diverse opzioni massoniche, e chiamarli anziani sarebbe molto banale. Un’istituzione che si autodefinisce come: “filantropica, filosofica, simbolica e non religiosa, di carattere iniziatico e con lo scopo di promuovere il progresso morale e intellettuale delle persone”, non può entrare nei parametri di antichità. È filosofica. È iniziatica. La massoneria italiana ha diversi mali? Senta, centinaia di migliaia di massoni si sono formati in alcune Obbedienze, più o meno esemplari. Diversi come le società in cui sorgono. Tutte sono corrette mentre antepongono la virtù e la legge a qualsiasi altro interesse e la loro differenza è una mera disparità di criteri soggettivi. Alcune offrono accoglienza prima che iniziazione. Altre proclamano ortodossia o regolarità. E l’uomo impara dall’uomo, ma non possiamo ignorare il carattere iniziatico della massoneria. Non esiste una massoneria migliore o peggiore, se parliamo in maiuscolo, una struttura gerarchica basata sulla fraternità, è massoneria.

Quali significati, concettuali, iniziatici e morali si possono offrire al mondo che sanguina? E la parola, la scrittura, la poesia cosa sono? Un messaggio razionale, pur espresso in forme esteticamente elevate, una tempesta emotiva, un momento di estasi, un intimo tormento?

Voglio ricordare le parole del Premio Nobel José Saramago quando ci dice che “pretendere di convincere qualcuno delle nostre opinioni è come voler colonizzare la mente degli altri”, questo è tipico di fanatici e missionari, noi massoni siamo nemici del “Colonialismo” in qualsiasi forma, quindi “il rispetto per la libertà assoluta di coscienza” è una dei nostri distintivi fondamentali. Non si diventa bravi massoni solo per il cuore, bensì per l’intelligenza. Anche se la massoneria si astiene dall’insegnare nulla in qualsiasi ordine di idee, il massone impara a costruire il suo tempio interiore con simbolismo massonico secondo le sue convinzioni personali. Allan Kardec, René Guénon, Aleister Crowley, cosa avevano in comune questi grandi spiritisti? Erano massoni, spiriti inclini alla meditazione, che si astenevano dall’aspetto superficiale di ciò che li circondava. Siamo chiamati, nell’intimità, costruttori nello spirito. Ma come in tutto, alcuni lo ottengono e altri no. Come regola generale, quelli che non lo ottengono sono quelli che parlano di più.

Perinde ac cadaver, una raccolta di poesie, è la sua ultima opera. Sembra un inno per una resurrezione oltre il confine tra materia e spirito, verso un mondo di puro pensiero, in cui leggere in noi stessi. È giusta questa lettura?

Sì, un libro di poesie scritte in spagnolo e tradotte nello stesso volume in italiano, in una pagina c’è lo spirito cervantino e nell’altra pagina la stessa poesia con lo spirito del mio amato Dante. Vorrei esserci riuscito! Ah Ah (Ideale per l’Istituto Cervantes d’Italia). Per quanto riguarda la domanda: è corretta questa lettura? Il poema nell’agire sulla nostra sensibilità ha molte letture, tante quante i lettori e la mia non conta. È uno strumento contro la menzogna e l’ignoranza, perché le parole spariscono, la poesia no. La poesia è ora più che mai necessaria perché aiuta a comprendere un mondo in continuo cambiamento che ci obbliga, come dice il poeta Charles Bernstein, a “reinventare le nostre forme e il nostro linguaggio per non perdere il contatto con noi stessi e con il mondo in cui viviamo”.

La poesia o la scrittura ci costringe soli in noi stessi? Ci rende prigionieri delle nostre emozioni nella solitudine di una stanza, oppure nella solitudine di un faro, come diceva Charles Baudelaire? Un faro che, come un poeta, con la sua luce illumina, indica, guida?

Il poeta vive poco a poco del suo passato e un giorno si guarda intorno rendendosi conto che non c’è nessuno. La poesia mi accompagna, la credo necessaria nella mia vita ed è un mezzo, o il mezzo, più intimo di qualsiasi scrittore. Con lei cerchi di rendere comprensibile ciò che non capisci, ma io non sono un poeta. Scrivo, e nel 1999 ho pubblicato in Italia: “I predatori. La truffa più grande del secolo”. Ora pubblico questo libro di poesia e sto traducendo in italiano: “Llorenç Lluell, un progetto di massoneria transnazionale”.

Si dice che le parole feriscano più di una spada; può quindi la parola, la poesia, diventare grido di dolore, atto d’accusa, denuncia sociale o politica? Oppure è anche ricordo, nostalgia, rimpianto, lirismo della memoria e dello sconforto? Momenti ove avvertiamo di aver perduto nelle pieghe del tempo e obliamo qualcosa che sarebbe potuto essere, qualcosa che mai più sarà?

Ora viene o deve venire la forza dell’invisibilità dei movimenti cittadini, delle associazioni civili e della cittadinanza impegnata nella società, fuori dai compromessi politici. E perché no del Vaticano? Sono un cattolico che crede che la fede nella Chiesa nasce da ciò che sperimenta spiritualmente vivendo nella comunità, perché deve rispondere alle domande dell’umanità nel momento in cui vive. Credo che questo sia il discorso di Papa Francesco, che alcuni non capiscono, o che è scritto male. L’Occidente non ha fame, ha l’ansia. E ora concludo con le parole che il Cataro, Pierre Clergue ha rivolto all’Inquisitore Jacme Torner: “Ci sono due Dei: uno invisibile e l’altro visibile, ognuno di noi ha il suo Dio. L’invisibile è un buon Dio che salva i suoi, il visibile è un Dio cattivo che fa le cose visibili e transitorie”. Coraggio, inizia una Nuova Era.

Aggiornato il 18 maggio 2020 alle ore 13:14