Lo scorso 20 maggio è morto a Tokyo, in Giappone dove risiedeva, in perfetta integrazione con la cultura giapponese, padre Adolfo Nicolás Pachón, il “Papa nero”, superiore generale dei Gesuiti. È insolito che una tale notizia passi quasi inosservata, proprio nel momento attuale, dove proprio sotto i nostri occhi, forse velati dagli attuali “virus” circolanti, è iniziata e si sta svolgendo la Terza guerra mondiale.

La vocazione per l’estremo oriente della Compagnia di Gesù sembra riferibile ad una scelta di vita, anche se per diversi secoli tale strada non è stata facile, oggi lo scambio culturale è molto intenso.

A Tokyo c’è la loro Università, “Sophia University”, dove Papa Francesco, che proviene proprio dalla Compagnia, è voluto andare nel suo viaggio dello scorso anno in estremo oriente. Anche perché da giovane l’aveva considerata una sua personale e possibile meta. Così anche due generali della Compagnia di Gesù Pedro Arrupe e lo stesso Papa Nicolás vi avevano passato lunghi anni, così come padre Giuseppe Pittau, reggente di ben 20mila gesuiti sparsi in tutto il mondo. Insomma, una meta molto agognata dai Gesuiti di tutto il mondo, per la diffusione di una cultura raffinata e profonda, che aspira all’inculturazione!

Papa Bergoglio racconta di San Paolo ad Atene, quando fece il discorso tra i più importanti nella storia del Cristianesimo, affermando che solo dopo aver camminato per le strade e sentito la gente, diventò ateniese tra gli ateniesi e si permise di dire la sua! Anche se lo ascoltarono in pochi, si sa che la Provvidenza agisce meglio nel silenzio.

Come nel silenzio scorre la notizia della morte di Papa Nicolás, laureato in filosofia a Madrid ed in teologia a Tokyo. Ordinato sacerdote, svolge un master in teologia sacra alla Gregoriana, e poi di nuovo Tokyo a insegnare teologia sistematica. Successivamente direttore dell’Istituto pastorale di Manila, rettore dello Scolasticato di Tokyo e Provinciale del Giappone. Dal 2004, per quattro anni, è moderatore della Conferenza gesuita dell’Asia Orientale e Oceania. Diventato Generale, nella più assoluta discrezione, mostra che è passata la fase di riassestamento della Compagnia, avviata con l’olandese Peter-Hans Kolvenbach, e che adesso si torna a guardare ad Oriente.

Infatti Benedetto XVI, intento al dialogo con l’ortodossia slava, ha bisogno di essere aiutato ancora più a est. Le aperture che Papa Bergoglio ha potuto cogliere a Pechino ancora in questi mesi sono anche frutto di quella scelta.

Ci si chiede, quindi, come mai in un momento di travaglio mondiale, in cui le grandi potenze sono in fermento con le tre Fondazioni più potenti del mondo, quali la Rockefeller Foundation, la Bill e Melinda Gates, e la Huawei una tale notizia, come la morte del capo della quarta potenza mondiale, sia passata quasi sotto silenzio, e quali potranno essere le conseguenze di questa morte nella divisione dei Poteri al livello mondiale.

(*) Già Prima Cattedra Psichiatria all’Università di Roma “La Sapienza”, consigliere Associazione Astri

Aggiornato il 01 giugno 2020 alle ore 20:44