L’influenza delle variazioni climatiche sulla salute umana

martedì 30 giugno 2020


Mentre si parla molto di “emergenza climatica”, (c’è o non c’è un’emergenza climatica?), poco si dice sull’influenza delle variazioni climatiche sulla salute dell’essere umano. È noto che il clima ha da sempre subito nei secoli piccole e grandi variazioni; ma quelle di adesso, sostiene qualcuno, sono talmente intense e particolari, che potrebbero dipendere dai molteplici interventi umani sulla natura. In realtà tutti i fenomeni che man mano si registrano, dalle tempeste solari, al surriscaldamento, eccetera, vengono compensati da altri fenomeni naturali che riequilibrano l’andamento climatico generale. Certamente non sono da sottovalutare gli effetti di tali cambiamenti sulla vita e la salute! Se ne parlava già nell’ottocento, ad esempio consigliando il sole e la montagna per gli ammalati di tubercolosi o nel Novecento consigliando il mare ed il nuoto per le malattie della pelle ed i disturbi neoplastici. Ma volendo solo parlare degli effetti delle diverse situazioni metereologiche sul comportamento dell’essere umano, specialmente in relazione all’equilibrio fisiologico dei diversi organismi, nonché delle loro prestazioni psicologiche, ad esempio in rapporto alla variazione ionica atmosferica o della polarità, si può subito evidenziare come esse siano molteplici e con effetti da non sottovalutare.

L’individuo risponde continuamente alle sollecitazioni del suo ambiente tipico, adattandolo nei limiti del possibile alle proprie necessità e modificandolo di conseguenza; l’ambiente esercita a sua volta un’attività di stimolo sul soggetto, tanto più intenso quanto maggiormente variabili sono le sue caratteristiche fisiche e strutturali. Inoltre il concetto di ambiente va esteso anche nel contesto, delle caratteristiche della sociabilità, e quindi dell’intensità del livello delle interazioni sociali, in relazione ad una determinata estensione territoriale. Il confluire di tutti questi elementi porta al concetto dell’influenza esercitata sullo sviluppo cerebrale, dall’intensità del livello medio delle afferenze ambientali, che è in grado di incidere, sulla strutturazione anatomica e biochimica cerebrale, soprattutto durante il periodo evolutivo dell’individuo. Di conseguenza sulle prestazioni e plasticità comportamentali future del soggetto stesso. Così ad esempio un ambiente impoverito di verde, di sole, di spazi, con eccessive e prolungate escursioni termiche, scarsamente stimolante e con basso livello di interazioni sociali, può determinare una diminuzione dello spessore della corteccia cerebrale e dell’attività acetilcolinesterasica con ipertrofia della pineale e successive alterazioni del comportamento sessuale, dell’apprendimento e della memorizzazione.

È noto come diverse situazioni metereologiche possono influire sul comportamento dell’essere umano, specie in relazione all’equilibrio fisiologico di diversi organismi ed alle prestazioni psicologiche, in rapporto a variazioni della concentrazione ionica atmosferica. L’influenza dei campi elettromagnetici ad esempio sembra determinare variazioni della frequenza respiratoria e cardiaca, dei tempi di reazione e della rapidità discriminativa. I venti caldi ed umidi possono ridurre i contenuti di serotonina cerebrale ed i cambiamenti del tono emotivo, dell’attività spontanea e dello sviluppo corporeo animale. In particolare, il caldo ed il freddo sono in grado di determinare accelerazioni del turnover della noradrenalina, particolarmente intense nell’ipotalamo. Per quanto riguarda i fotoperiodi o le alternanze circadiane che esercitano i bioritmi dell’organismo, i quali dipendono nelle loro espressioni endocrine dall’attività pineale ed hanno influenza sull’ipotalamo e quindi sull’asse ipofisi surrene, è noto quanto possano influire sui livelli di serotonina e melatonina. Ancora, oltre le variazioni dei ritmi circadiani, esistono quelle dei ritmi ultradiani, che per la serotonina assumono andamenti stagionali con concentrazioni massime nei mesi invernali e minime in quelli estivi.

In relazione a quanto sopra, anche i farmaci che le persone che non stanno bene in salute devono prendere, possono avere effetti diversi, secondo i vari ritmi personali, le stagioni, il clima, i diversi orari, le modalità di cibarsi, di fare sport, di dormire. Di notevole interesse è anche la constatazione che anche alcune ore al giorno di arricchimento ambientale ed esperienze positive sono sufficienti a modificare favorevolmente i parametri anatomici e biochimici cerebrali, anche in animali precedentemente danneggiati dall’impoverimento ambientale. Risulta quindi facile comprendere, come modificandosi i parametri climatici, il rapporto clima salute deve essere sempre ben studiato ed approfondito, per assicurare in modo continuativo benessere e salute a tutta la popolazione, secondo l’habitat dove si vive e le caratteristiche biopsichiche di ciascun individuo.

(*) Già Prima cattedra di Psichiatria all’Università La Sapienza di Roma e consigliera Associazione Astri


di Emilia Costa (*)