Battisti: “Sciopero della fame”. Campagna” Una sceneggiata”

Il terrorista dei Proletari armati per il comunismo Cesare Battisti, arrestato in Bolivia nel gennaio 2019 dopo 37 anni di latitanza e poi estradato, ha deciso di “ricorrere allo sciopero della fame totale e al rifiuto della terapia” per le malattie di cui soffre. Una protesta annunciata con una lettera al suo legale dal carcere di Oristano dove è rinchiuso in regime di alta sicurezza e contro la sua condizione carceraria da lui ritenuta troppo dura.

Battisti, condannato all'ergastolo per 4 omicidi, da oltre 1 anno e mezzo, come spiega l'avvocato Davide Steccanella, è in isolamento nel penitenziario in Sardegna. Anche nei suoi confronti, ha scritto il difensore in un'istanza più volte reiterata, va garantito il rispetto dei “minimali diritti umani” affinché la “legittima esecuzione di una pena non assuma i contorni di un vendicativo ‘seppellimento’ tardivo di un individuo quarant'anni dopo i fatti commessi”.

Per Maurizio Campagna, fratello di Andrea, agente ucciso dall’ex terrorista dei Pac il 19 aprile 1979 a Milano, quella di Battisti è solo l’ennesima scaltra mossa. “Spero che nessun politico e nessun giudice - ha detto Campagna - si faccia impietosire, lo conosciamo ormai, fa queste mosse per impietosire, negli anni è riuscito ad ingannare il presidente brasiliano Lula e tanti altri”. Se qualche politico “si farà ingannare - ha aggiunto - farò io lo sciopero della fame, se viene tenuto in isolamento, un buon motivo ci sarà”.

Aggiornato il 08 settembre 2020 alle ore 18:33