Scuola, ripartenza con lo sciopero

mercoledì 16 settembre 2020


La scuola è appena ripartita, e neanche dappertutto, tra mille difficoltà e infinite incertezze, con un organico sotto di 150mila insegnanti. In questo quadro già desolante per una delle istituzioni più martoriate e dimenticate del nostro Paese, ecco che si profila all’orizzonte un nuovo blocco.

Non solo gli studenti di moltissime scuole resteranno a casa il 21 e il 22 settembre per dare spazio al referendum sul taglio dei parlamentari, ma i sindacati stanno lavorando a un grande sciopero che coinvolgerà tutto il territorio nazionale. Uno sciopero di ben due giorni, non uno. A proclamarlo sono Unicobas e Cobas Scuola Sardegna per i due giorni, e Usb Cub solo per il secondo giorno.

Le date, se confermate, saranno giovedì 24 e venerdì 25 settembre, cioè esattamente dopo lo stop per il referendum. Dunque, le famiglie più fortunate potranno mandare a scuola i figli mercoledì 23. Altre invece, in cui i seggi richiederanno addirittura tre giorni di chiusura e non due per consentire le operazione di sanificazione delle aule post-voto, saranno costrette a tenere i bambini a casa una settimana intera.

Allo sciopero seguirà, sabato 26 settembre, una manifestazione nazionale del comitato “Priorità alla scuola” alla quale hanno dato il loro sostegno anche i sindacati rappresentativi del comparto scuola.

I motivi dello sciopero

Ieri pomeriggio Unicobas ha avviato un’assemblea sindacale on line per la quale si sono registrati, spiega il segretario nazionale Stefano d’Errico, non meno di 6mila contatti con 35mila persone raggiunte.

Le rivendicazioni sono diverse:

incremento di 20mila fra assistenti amministrativi e assistenti tecnici, nonché di tutto il personale necessario “per sopperire alle migliaia di soggetti fragili che dovranno essere tutelati”.


di Redazione