Il “Domani” Di Debenedetti

È in edicola un nuovo quotidiano: Domani. Bene arrivato nel mezzo di una crisi profonda dell’editoria e della pandemia da Coronavirus. Venti pagine formato extralarge (come era una volta L’Espresso) diretto da Stefano Feltri, uno dei tre giornalisti della famiglia milanese.

“Per un futuro tutto da scrivere” è il primo editoriale mettendo subito in chiaro che l’ambizione è quella di “costruire un destino differente da quello prodotto dalla somma di scelte ed errori del passato”. Feltri junior mette le mani avanti “il Paese ha bisogno del contributo di tutti. I giornali imparziali non esistono, quelli onesti dichiarano le proprie preferenze”. Il quotidiano Domani nasce dall’iniziativa dell’imprenditore Carlo De Benedetti che dopo aver lasciato la società editrice di Repubblica-L’Espresso ai figli si è ritenuto tradito dalla fusione del giornale fondato da Eugenio Scalfari e il principe Carlo Caracciolo con il gruppo editoriale della famiglia Agnelli. Oggi Gedi assomma un pianeta che da Torino a Roma, dai quotidiani, locali alle emittenti radiofoniche.

De Benedetti ha messo i soldi per finanziare la società che edita Domani per poi passare le azioni ad una Fondazione. Domani inizia ad un euro con grandi paginate di pubblicità: Ferrarelle, Leonardo, Edison, Joule di Eni, Intesa Sanpaolo, Trenitalia. Il primo numero non è di facile lettura: colonne e colonne di piombo si diceva una volta. Dopo gli articoli sulla riapertura della scuola arriva l’inchiesta sulle elezioni regionali in Toscana con l’ipotesi che la 33enne Susanna Ceccardi, cresciuta tra i comunisti di Pisa, possa portare la Toscana rossa a Matteo Salvini. E come una volta l’Espresso, formato gigante anni Settanta, non mancano due paginone sui giri di fondi sospetti della Lega. Ancora poi politica sul Referendum con la tesi delle destre tentate dal No. Domani è un altro giorno ma anche un altro giornale con redazione di trentenni in via Barberi e un Cda presieduto dall’ex Pd Luigi Zanda con Virginia Ripa di Meana e Grazia Volo. Le analisi sviluppano la comunità di Capoverde di Colleferro e la nuova enciclica di Papa Francesco nata dal dialogo con l’Islam e dal Covid.

Lo psicologo Mario Giro si addentra nel distacco tra partiti e società ponendo la domanda “I cinque stelle sono di destra, di sinistra, di centro? Nessuno riesce a inquadrarli. Medesime osservazioni si potrebbero fare per i gilet gialli francesi”. Nelle paginone delle “Idee” il giornale ospita un saggio dell’ex pubblico ministero Gianrico Carofiglio, specializzatosi ormai in indagini sulla criminalità organizzata. Segue poi il racconto dello scrittore Daniele Mencarelli nel primo giorno di scuola nella periferia romana. Intervistato dall’agenzia Dire, ex area del partito comunista, il giovane Feltri si lancia nella conquista degli elettori di sinistra. “Domani, ha detto, si posiziona nell’area larga del centrosinistra (ecco la scelta del No al referendum), è per l’alleanza duratura tra Pd e M5s, è convinto che “Salvini è un pericolo” e che Fratelli d’Italia “è molto peggio della Lega perché Giorgia Meloni non ha una classe dirigente”. Feltri junior risparmia ai lettori per ora un’indicazione sul prossimo sindaco di Roma. C’è tempo prima che le manovre politiche identifichino il Candidato che si opporrà alla sindaca uscente Virginia Raggi bella primavera del 2021. Una prima uscita senza redattori di Repubblica, ma la speranza è di rosicchiare qualche copia all’ex giornale-partito della sinistra.

Aggiornato il 16 settembre 2020 alle ore 13:33