L’isola che non c’è

Avete mai provato ad immaginare “l’isola che non c’è” (tanto per parafrasare Edoardo Bennato)? Deve essere innanzitutto costituita da un gigantesco territorio dove, in breve tempo, nascerà una nuova comunità che il mare isola dall’intero mondo. Li metti tutti lì ma con ogni tipo di confort, mica come a La Maddalena.

In primo luogo, sull’isola che non c’è si apriranno dei negozi di alimentari, dei bar e delle pizzerie, tutti gestiti dai soggetti che oggi vediamo dietro ai loro banchi senza mascherina. Naturalmente gli stessi dovranno chiudere i loro esercizi sulla terraferma. Stesso discorso di cui sopra per almeno due/tre ristoranti ed un paio di discoteche.

Gli abitanti poi saranno i più fortunati in quanto (sempre dalla terraferma) verranno trasferiti sull’isola tutti i cosiddetti negazionisti, quelli del “non ce n’è Coviddi”, quelli del “io non ho paura” (e chissenefrega se contagio gli altri) ed anche quelli del “me vojo divertì a colpi di drink”.

Verrà aperto anche un plesso scolastico omnicomprensivo, frequentato da tutti quegli studenti babbei che fanno “gruppetto” fuori dalla scuola senza alcuna protezione. Sull’isola che non c’è circoleranno poi autobus e treni a due carrozze, sui quali è permesso salire anche portando sulle spalle un conoscente o il primo passante che si incontra per strada.

Sull’isola non saranno presenti agenti di polizia, carabinieri, finanzieri e vigili urbani né, tantomeno, centri-Covid ed ambulanze: un paio di medici che tendono a sminuire il fenomeno bastano ed avanzano, almeno per curare piccole patologie.

Sogno finito. Contagi quotidianamente in aumento.

Aggiornato il 20 ottobre 2020 alle ore 09:59